ULTIMO DESIDERIO

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teresa-lettieriTERESA LETTIERI

Sigaretta, vino e tramonto. Il giusto epilogo di una giornata stressante? No! L’ultimo desiderio di un malato terminale che nelle sue ultime ore di vita ha chiesto di poter godere di questa frivolezza in un ospedale danese. Sostenuto da una infermiera che si è fatta carico di gestire una richiesta molto più normale di quanto si possa credere, ma probabilmente inusuale anche per gli stessi familiari presi da tutt’altri pensieri, è stato possibile infrangere le regole ferree della struttura sanitaria per godere di quella piccola voglia. Un mix di empatia, disponibilità e concretezza che in situazioni tanto delicate quanto dolorose come questa risulta indispensabile per lenire una immensa sofferenza.La sensibilità che i paesi del Nord Europa mostrano rispetto a tematiche riguardanti la famiglia, la disabilità, la malattia e in genere le fasce deboli della popolazione sono riconoscibili sia per i metodi, rispettosi della sfera emotiva quanto di quella cognitiva, sia per la comunicazione di come ci si adopera. Il valore aggiunto che genera la conoscenza di best practices contribuisce alla divulgazione e alla sensibilizzazione laddove questi argomenti occupano ancora la sfera dei numeri e non quella dell’attenzione e della cura, dove i pazienti sono letti e terapie e non persone. Questa dimostrazione sul trattamento dei malati terminali, oltre ad incentivare le querelle sulla gestione etica del fine vita, non dimentica che una qualità decorosa deve essere garantita fino all’ultimo respiro. E se in questo rientrano anche le leggerezze del malato credo che la civiltà, in tanto degrado, sia ancora capace di affermarsi in maniera propositiva. Di storie così ce ne sono tante, drammatiche e di immensa sofferenza. Storie di sconosciuti con le quali ti incroci perché le senti raccontare e storie che vivi perché ti tocca condividere la fine del percorso di chi ami. Ed è difficile sentire di desideri quando sei una stanza di ospedale, in un reparto dove non si contano i giorni, ma le ore e i minuti, dove sedati dalla morfina ti viene anche in mente di dire…quando usciamo di qui. Invece sai perfettamente che i desideri sono ormai azzerati e legati a quell’ampolla che come una collana al collo rilascia quel tanto per farti parlare e forse cambiare la posizione allettata. Dipende. Nei miei quaranta giorni di hospice insieme ad una delle mie più care amiche siamo state capace di desiderare ancora quando tutto remava contro, di pianificare anche quando non si riusciva a tenere in mano il bicchiere dell’acqua, a sognare sull’onda di un ricordo o di un oggetto. Mi è capitato di portarle l’occorrente per dei lavori che intendeva cominciare inchiodata al suo letto, piccole cose che davano la speranza di un futuro sebbene circoscritto a poche ore. Abbiamo fumato di nascosto dalle infermiere sulla scala antincendio interna ed esterna a seconda del sole e della pioggia, abbiamo mangiato cioccolata anche se dopo due minuti dava di stomaco. Due giorni prima di morire, nella sua sete di vivere e dimostrare a se stessa di poterlo fare fino alla fine, ha affettato zucchine nella cucina del reparto mentre le sue mani scheletriche rincorrevano il coltello sfuggente. Ha camminato lungo il corridoio mentre i volontari la giocherellavano, salutavano e prendevano in giro e mentre io la sorreggevo come se fosse una bambola di porcellana. Gli ultimi giorni della sua vita sono stati di questi desideri. Camminare diventa un desiderio, bere senza affogarsi, sorridere, cercare di alleviare il dolore, partecipare alle attività di svago dei volontari, andare in bagno. Ciò che è scontato diventa il desiderio di chi è alla fine, la possibilità di poter continuare a gestire anche piccole azioni con la normalità che spetta a tutti. Nel desiderio è racchiusa una vita, un piccolo pensiero, un ricordo, una canzone. Nel desiderio si ritrova il gusto di infrangere una regola, commettere una innocente corbelleria e canzonare qualcuno. Cose ripetute centinaia di volte che per una volta, l’ultima, danno senso alla fine.E se ci fosse anche una sigaretta ed un bicchiere di vino ad accompagnare gli ultimi attimi forse tutto diventerebbe più umano. 

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Sull' Autore

Quotidiano Online Iscrizione al Tribunale di Potenza N. 7/2011 dir.resp.: Rocco Rosa Online dal 22 Gennaio 2016 Con alcuni miei amici, tutti rigorosamente distanti dall'agone politico, ho deciso di far rivivere il giornale on line " talenti lucani", una iniziativa che a me sta a molto a cuore perchè ha tre scopi : rafforzare il peso dell'opinione pubblica, dare una vetrina ai giovani lucani che non riescono a veicolare la propria creatività e , terzo,fare un laboratorio di giornalismo on line.

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