Alessandro Giocoli, l’esperto del sottosuolo a servizio della nostra terra
Scritto da Lucia Lapenta
L’esperienza del sisma dell’Irpinia del 1980 Alessandro Giocoli, nato a Monza nel 1975 da genitori lucani, non l’ha vissuta in prima persona.
Non se ne è minimamente accorto, nemmeno quando nel 1985 ritornava a Tramutola, il paese d’origine del padre e della madre. La Val d’Agri, infatti, aveva patito solo in piccola parte la potenza devastatrice del terremoto che, invece, si era abbattuto violentemente sull’entroterra potentino.
Ma, la mancata esperienza diretta di quell’evento non ha comunque impedito ad Alessandro di diventare, vent’anni dopo, un vero e proprio “cultore” del sottosuolo e, in particolare, un esperto di sismologia e vulcanologia.
Dopo la maturità conseguita all’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri di Moliterno, Alessandro ci pensa bene prima di intraprendere il proprio percorso universitario: gli piacciono l’analisi matematica, la fisica e tutte quelle discipline scientifiche che si approfondiscono nel corso di laurea in Ingegneria. Ma, allo stesso tempo, lo affascinano gli studi analitici sempre più innovativi utilizzati per il monitoraggio della terra; lo suggestiona l’analisi dei fattori geodinamici che, nel corso dei secoli, hanno contribuito alle trasformazioni della crosta terrestre e a consegnarcela così come è ora.
Parlare, poi, con un caro amico, anch’egli giovane geologo ma prematuramente scomparso, lo convince definitivamente. Si iscrive a Scienze Geologiche nel 1998 presso l’Università della Basilicata e nel 2004 si laurea con lode; l’anno successivo si abilita all’esercizio della professione e, nel contempo, consegue il dottorato di ricerca al Dipartimento d’Ingegneria e Fisica dell’Ambiente dell’Ateneo lucano.
“La mia tesi di dottorato – conferma Alessandro Giocoli con quella efficacia ed essenzialità che contraddistingue chi ha una formazione spiccatamente pragmatica – si è concentrata sui Metodi e le Tecnologie per il monitoraggio ambientale, sulle tecniche geofisiche e, in particolare, su quelle elettromagnetiche, utili a individuare e analizzare le strutture sismogeniche capaci di generare un evento sismico”.
E, proprio nel corso della stesura di questa tesi di dottorato, effettuata in collaborazione con l’Imaa – Cnr di Tito Scalo, Alessandro riesce a localizzarne una, nel bel mezzo dell’Alta Valle dell’Agri.
“Si tratta – spiega il geologo trentasettenne che attualmente ha in essere un assegno di ricerca annuale con l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, al top sul fronte dello sviluppo di tecniche avanzate di monitoraggio ambientale, basate sull’integrazione di metodiche chimico-fisiche, biologiche e geologiche, in situ ed in remote sensing – della dorsale appenninica meridionale dei Monti della Maddalena, un territorio ampio che dalla Valle del Diano si allunga sin ai confini del lagonegrese e che si caratterizza per la coesistenza di notevoli complessità geologico- strutturali”.
Con la sua preparazione teorica, arricchita dagli studi accademici multidisciplinari, dalle esperienze all’estero (per tre mesi nel 2007 in Grecia al Technological Educational Institute di Creta e altrettanti al Centro di Geotecnica Svedese) e dalla pratica della geofisica applicata, il dinamico geologo lucano è andato dritto sul campo.
Dall’osservazione diretta della superficie del suolo è passato, per induzione, alla conoscenza più o meno ipotetica del sottosuolo; attraverso l’uso delle tecniche elettromagnetiche attive come la tomografia (ideale per ottenere una mappatura quanto più possibile precisa conservando al massimo l’ambiente naturale) è riuscito in situ a rilevarne i parametri fisici di resistività elettrica e a fornire, tramite la tecnica di inversione dei dati elaborata dal software, un modello reale dell’area.
“La zona a più alto rischio sismico – sottolinea Giocoli che è stato premiato, nella sede di Marsiconuovo dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, per il contributo dato con la sua tesi di laurea alla conoscenza del territorio – è effettivamente quella della dorsale della Val d’Agri. Riuscire a localizzare una struttura sismogenica non ci permette, purtroppo, di prevedere quando avverrà un evento sismico, ma è utile per stimarne la magnitudo e, di conseguenza, limitare al massimo la pericolosità”.
Ed è con questo fattore che Alessandro quotidianamente si confronta.
“Un terremoto – chiarisce Giocoli che ha collaborato con numerosi istituti a livello nazionale (Ingv, Irpi, Igag, Disgg) e internazionale (con il Ministero degli Esteri partecipa al progetto bilaterale Italia – Giappone per lo sviluppo di tecniche satellitari di rilevamento sisimico, mentre con il Programma Interreg III B della UE al miglioramento di quelle di riduzione del rischio sismico per le Regioni dell’Arcipelago del Mediterraneo) – è rischioso solo in rapporto al concetto di opere come edifici, fabbriche o altri elementi urbani, realizzati dall’uomo. La pericolosità, invece, è riferibile solo alla presenza o meno di una struttura sismologica. Nei prossimi mesi si avvierà un progetto di microzonazione del territorio lucano, come quello a cui ha partecipato per la conca aquilana dopo le scosse di due anni fa, utile ad ottenere uno strumento di valutazione attendibile per il rischio sismico”.
Pubblicazioni, attività di convegnistica, ma soprattutto il costante contatto e interazione con l’ambiente che lo circonda: sono questi i punti di forza per chi come Alessandro ha scelto di rimanere in Basilicata. Per viverci e per contribuire alla salvaguardia di un territorio eterogeneo, paesaggisticamente straordinario, ma anche estremamente fragile.
“Mi auguro che le Istituzioni – conclude Giocoli che di terremoti ne ha studiati tanti, da quelli lucani a quelli molisani, abruzzesi e di mezza Europa – incentivino il ricambio intellettuale, in particolare sostenendo i giovani capaci, sollecitando il confronto tra le menti. Il nostro lavoro, infatti, non è fine a se stesso ma trova la sua massima realizzazione quanto più si è in grado di interagire ed abbracciare un ventaglio di conoscenze sempre più vasto”.