Basta femminicidio e femminilicidio! 

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di Teri Volini

Tornano di continuo alla ribalta  episodi efferati di femminicidio,  l’ultimo è quello di  Giulia Cecchettin,  uccisa dal suo”fidanzato” a   Vigonovo (Venezia): dopo averle inferto diverse  coltellate,  l’ha gettata in un dirupo.

La violenza diversificata sulle donne e il femminicidio sono fenomeni tragicamente estesi a livello planetario. Solo in Europa si contano migliaia di casi, e così in  Italia, dove nell’ultimo decennio la media delle uccisioni è  stata molto alta.

Ciò che rende il fenomeno ancor più raccapricciante è il suo verificarsi  in un  contesto familiare o affettivo, e l’età delle donne,  tra i 25 e i 54 anni. L’omicida è spesso un familiare stretto,  coniuge, partner o  ex partner,  che agisce alla fine di un rapporto sentimentale, o in tempi di poco  successivi.

E se è di estrema  gravità la situazione femminile in culture  “lontane”, accomunate da fanatismi politici e religiosi, regimi dittatoriali, rigore  autoritario, dove la padronanza dell’uomo sulla donna è assoluta e il diritto di vita o di morte è addirittura sancito dalla legge – non possiamo  poi non  inorridire di fronte al  paradosso di un Occidente in cui la persistenza del problema  risulta ancora più grave e preoccupante,  proprio per il contrasto  tra il preteso livello culturale  e civile e la triste realtà, dato che il fenomeno è esteso a  paesi della cui “civiltà” non dovremmo dubitare, come Francia, Regno Unito,  Germania, Italia e Stati Uniti d’America!

Basilicata

Purtroppo la nostra regione  non  è esente dalla violenza  di genere,  vanta  anzi  un triste primato, quello dell’ampia nomea di alcune delle  vicende più tragiche, come quella di Elisa Claps, nota a livello  internazionale. La studentessa 16enne scomparve nel ‘93, e  solo 17 anni dopo se ne scoprirono i  resti nel sottotetto di una chiesa a Potenza. Per l’omicidio è stato condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo,  ma le indagini continuano, per i dubbi  degli investigatori su presunti silenzi nell’ambiente ecclesiastico locale.

Il caso più  datato e  irrisolto è quello di  Ottavia De Luise, una bambina di 12 anni, sparita  nel nulla nel ‘75 a  Montemurro.  A quel tempo  non vennero attivate  neppure delle vere indagini,  e si parlò addirittura della piccola come di  “una poco di buono”. Nessuno fu indagato, nessun magistrato si occupò della scomparsa, fino all’archiviazione del caso.

Un delitto annunciato ma  non impedito, quello di Anna Rosa Fontana, 38 anni, materana,  già assalita dal “suo uomo” nel 2005, sopravvissuta a 15 coltellate,  non venne protetta da un 2° attacco dell’ex-convivente, che,  rilasciato  dopo soli 2 anni – seguiti  da molestie, minacce, vane denunce – la  uccise nel 2010. Nemmeno la  legge sullo stalking  riuscì a fermare la mano assassina dell’uomo, condannato  poi a 30 anni.

Nel 2009, fu una ragazza di 18 anni di Potenza,  Grazia Gioviale, ad essere  trucidata durante un litigio per motivi di gelosia dall’uomo con cui aveva una relazione, e che in seguito si suicidava.

Un mutamento culturale

Si invocano leggi più severe,  provvedimenti atti a proteggere la donna, codici rosa…Tutto questo è  indispensabile,  almeno per  affrontare la situazione presente, per arginare la piena dell’orrore: tuttavia, nulla di tutto ciò  è sufficiente per  una soluzione  definitiva, e neanche delle leggi molto più punitive riuscirebbero  a risolvere un  problema  di planetaria tragicità:  occorre  un cambio radicale della mentalità comune!

Cosa c’è alla base di quest’odio, di questa violenza, se non  il desiderio – da parte di  un maschile  profondamente malato – di avere il  possesso, il controllo sulla donna?

In verità, ciò  è avvenuto in tutto il tempo storico, ed ancor oggi una cultura  non sufficientemente equilibrata produce uomini facili alla paranoia, non disposti a  dare rispetto  né protezione, né  a capire il vero significato dell’Amore, che mai può essere potere, costrizione,  uso della forza, desiderio di annientamento di un altro essere.. compresi se stessi e  gli stessi figli, spesso  coinvolti nella follia distruttiva.

Ma  c’è di peggio: ci rendiamo conto che  la violenza non si dirige “solo” contro la donna, ma è sempre più un attacco generalizzato  contro il  Principio della Vita,  di cui il femminile  è portatore!

Invece di onorare il privilegio che ciascuna creatura femminile  condivide,  e da cui dipende il  futuro di ogni specie vivente, nel 3° millennio   si abusa della donna e del suo corpo con la stessa feroce noncuranza con cui di abusa dell’habitat. Lo stupro della donna  e quello della terra  avvengono in contemporanea.

Nuove parole

Queste considerazioni  mi hanno  spinto,  da linguista,  a coniare  un termine ancora più complesso rispetto a femminicidio,  inclusivo  di quella terribile doppia violenza:   il femminilicidio: esso ci fa capire che è  in gioco  la sopravvivenza stessa del genere umano e del pianeta vivente.

Non si tratta di un gioco linguistico: il termine sottolinea l’attentato di una parte insana del genere umano a sé stesso: distruggendo la femmina che  porta nel suo ventre le generazioni,  le nutre e se ne prende cura da secoli;  distruggendo  l’ambiente in cui vive  e che gli permette di vivere, di respirare, dissetarsi,  nutrirsi,  e di godere della bellezza, se lasciato intatto e incontaminato.

Paradossalmente, viene nutrito e reiterato quello stesso principio necrofilo, basato sulla  pratica costante e mitizzata della guerra   e della  violenza, che,  dopo aver dominato  per  i circa 5.000 anni storici,  oggi sembra essersi concentrato  in una sorta di  mostruosa cristallizzazione  –  continuando a generare  ancora  guerre,  corruzione politica  e sociale,   un’economia malata,   e  l’agghiacciante  distruzione del pianeta.

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Sull' Autore

Pittora, incisora, performer land artista, designer, ricercatrice, poeta, portatrice di memoria, linguista, conferenziera... ha esposto dagli anni '80 le magiche suggestioni de La Montagna Stregata – ispirata alle piccole dolomiti lucane di cui è originaria – seguita da diversi cicli di Opere pittoriche, presenti in oltre 90 mostre personali in sedi regionali, nazionali ed estere, come Potenza, Milano, Zurigo, Winterthur, Nizza, New York, Arles en Provence, Canterbury... con notevoli riscontri di critica e pubblico, ed in numerose collettive, con pubblicazioni, premi e riconoscimenti. Tramite i diversi linguaggi espressivi - pittura, scultura, poesia, installazioni, performances, azioni simboliche, video, manifesti d’artista, ricerche, conferenze, articoli, incontri mirati con le giovani generazioni e la società civile - l'Artista biofila si fa promotrice di un nuovo rispetto per il pianeta, percepito non come un oggetto da dominare e sfruttare, ma come Terra Madre, generatrice e nutrice di tutti i viventi. Presidente del Centro d’Arte e Cultura Delta di Potenza, ha al suo attivo un sito web e un blog, due raccolte poetiche, una trentina di ebook, pubblicazioni su diverse testate a livello regionale e nazionale, la collaborazione in free lance con La Grande Lucania, Il Lucano, Il Capricorno, Talenti Lucani, Valori... Canta nella donna il valore femminile originario, sottolineandone sacralità, bellezza e magia nell’esuberante creatività e nella corrispondente ciclicità con la Natura: l'una e l'altra essendo portatrici e nutrici di vita. Preconizza un tempo in cui l'arte e la vita siano coincidenti ed in cui sia possibile riconquistare l'incanto gioioso di fronte alla bellezza e al mistero della vita sulla terra.

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