“CRONACHE DAL METAVERSO”, INTERVISTA A FRANCESCO SPADAFINA

0

TALENTI LUCANI dà il benvenuto a Lorenza Colicigno, scrittrice, giornalista e blogger che ha voluto aprire al grande pubblico il mondo, ancora misterioso ma estremamente affascinante, del Metaverso, attraverso interviste, approfondimenti, e anticipazioni su tutto quanto si muove nella cosidetta realtà aumentata, e che, nel campo della cultura in genere e delle arti figurative in particolare, può considerarsi la nuova tavolozza digitale dell’artista moderno,  in versione avatar. 

a cura di Lorenza Colicigno

Ho scoperto il Metaverso quando entrai come Azzurra Collas in Second Life per seguire il progetto Lucania Lab, finanziato dalla Regione Basilicata, con Giuseppe Graneri, Fabio Fornasari ed altri guru del web. Lucania Lab è oggi parte di quell’archeologia digitale i cui reperti si riscoprono navigando sul web e rispolverando le proprie memorie con l’aiuto fondamentale di fotografie, scritti, e anche grazie allo stesso Second Life.

Un’immagine di Lucania Lab in Second Life (2007) dalla copertina della rivista Ottagono

Azzurra Collas in Second Life (2007-2009)

Lorenza Colicigno in Craft world  dal 2020

Chi rientra in SL, anche dopo anni, ritrova tutto ciò che vi ha lasciato, non le land, le regioni, non più visibili quando si smette di versare ai Linden l’affitto, ma il proprio avatar vestito di tutto punto, così come il giorno in cui ne è uscito, si ritrovano gli avatar partecipanti ai diversi gruppi con i loro strani nomi e i loro abiti, con i “contatti” ancora attivi di avatar “amici” e “amiche”, alcuni e alcune ancora lì abitanti, altri emigrati in altri mondi virtuali, altri usciti da quel mondo, altri usciti dalla vita con rimpianto di tutti.

Ora la mia vita di persona reale, di scrittrice, giornalista, blogger, si svolge tra mondi diversi, tutti collegati da un’unica idea, quella di fare cultura, di trasmettere le mie competenze acquisite nel reale e nel digitale a chi lo voglia, con progetti dedicati alle scuole, con serate letterarie, attività culturali, volontariato sociale; tutto ciò che porto avanti nella vita reale, trova spazio in Second Life, in Craft World (Grid opensim), AltSpaceVR. Semino, almeno questo è il mio obiettivo, cultura e arte, sensibilità e saperi. Mi accompagna in questi viaggi digitali, Tonino Lane, builder abilissimo, che dà concretezza alle mie idee, costruendo ambienti che ad esse corrispondono perfettamente.

altspacevr lorenzacolicigno

Inizia, dunque, oggi questa mia avventura digitale per Talenti lucani, cui ho voluto dare il titolo di “Cronache dal Metaverso”.

Alterneremo immersioni nell’archeologia digitale, di cui ho già anticipato qualche cenno, riscoprendo progetti che hanno segnato territori e persone, e immersioni nel Metaverso contemporaneo, con la sua identità sempre più complessa, cercando di dare risposte a quanti ignorano cosa significhi questa parola e cosa contenga, a volte guardando con sospetto e con distaccata sufficienza quanti e quante cercano e trovano in essa un arricchimento e un completamento della propria personalità, del proprio ruolo sociale, del proprio posto nel mondo.

Inizieremo interrogandoci sul senso del termine Metaverso,  oggi entrato prepotentemente, grazie a Mark Zuckerberg, nel dizionario  e nell’immaginario diffuso. Ho rivolto alcune domande, per iniziare, a Francesco Spadafina aka Magicflute Ok (aka: “also known as”, in Italiano “anche conosciuto come”, ma in uso il latino “alias”). Rivolgerò in seguito domande uguali e diverse anche ad altre persone/avatar che mantengono tutt’ora o che hanno interrotto il loro rapporto con questi mondi virtuali o immateriali, che dir si voglia, certamente digitali ma così vicini e integrati con la realtà, una Realtà Aumentata, dunque. 

Sentire le loro voci ci darà la possibilità di comprendere meglio come possa essere interpretato e vissuto il Metaverso, in tanti modi diversi e contrastanti, costruiremo un dialogo cui ciascuno di voi, volendo, potrà partecipare, con contributi di proprie esperienze nei mondi virtuali e/o con interventi critici.

Intervista a Francesco Spadafina/Magicflute Oh

Metaverso è oggi quasi una parola magica, e del resto il tuo nome da avatar Magicflute Oh, contiene questa ottica di lettura, tuttavia ben sappiamo che Metaverso rimanda ad una tecnologia 3d che ha molti anni di vita e che ora affiora alla comunicazione massmediale grazie a Zuckerberg. Vuoi darci la tua definizione del termine, sia come Magicflute Oh sia come Francesco Spadafina?

Quella che è conosciuta come terza legge di Clarke recita : “qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.”

Magicflute Oh altri non è che la proiezione di Francesco Spadafina nel Metaverso e pertanto la definizione dello stesso non potrebbe che essere univoca.

Oramai credo che sia di dominio pubblico il fatto che il  termine “Metaverse” sia stato coniato dallo scrittore di fantascienza statunitense Neal Stephenson ed utilizzato per la prima volta nel romanzo di genere cyberpunk “Snow Crash” del 1992 per descrivere una Realtà Virtuale tridimensionale condivisa sulla rete mondiale.  

Diciamo che per adesso questa definizione posso farla ancora mia ma presto potrebbe andarmi stretta perché fondamentalmente il Metaverso prossimo venturo avrà certamente una dimensione immersiva pura come quella che già oggi sperimentiamo  con la VR ma molto probabilmente ci spingeremo verso una “realtà mista”, verso quella XR che altro non è se non la fusione del mondo virtuale con il mondo reale.

Il termine metaverso ha risolto l’ambiguità di definizioni come mondo virtuale, mondo immateriale o altro?

Io direi proprio di sì e poi questa parola suona bene un po’ a tutti, d’altro canto ci definivamo “sperimenatori del Metaverso” sin dagli esordi in Second Life nei primi anni di questo millennio.  Oggi addirittura si parla sempre più insistentemente di Multiverso ovvero di un insieme di metaversi o come forse sarebbe più corretto dire, di Multi-Metaverso perché il primo termine indica già un concetto cosmologico ma non vorrei tediare i lettori con certe dispute, utilizziamo Metaverso che mi sembra un termine più che esaustivo.       Come  sappiamo il concetto di Metaverso è stato rilanciato alla grandissima da Zuckerberg con l’astuto rebranding di Facebook ad ottobre dello scorso anno. Va dato atto al fondatore del social network più utilizzato sul pianeta di essere  stato praticamente l’unico a credere nella VR fino in fondo acquisendo nel 2014 Oculus, quando tutti stavano mollando la presa sulla realtà virtuale.  

Parlaci dunque della tua storia di avatar. Spiegaci anche quali sono i ruoli che ti sei dato e in quali modi e mondi li esplichi.

Come ho avuto già modo di raccontare anche recentemente al MEET Digital Culture Center di Milano,sono entrato in Second Life nel 2007 dopo essermi incuriosito dalla lettura di un articolo di Focus che parlava di questo mondo virtuale. Ebbi la fortuna di capitare quasi per caso nell’Isola della creatività : Vulcano, una sorta di esperimento sociologico avviato da David Orban, dove tutti erano liberi di  sperimentare previa presentazione di un progetto.  Il mio progetto si chiamava Pyramid Cafè e sostanzialmente consisteva in un locale virtuale che cambiava ambientazione a seconda degli eventi che venivano organizzati insieme ad altri membri della Community. Gli eventi sono stati in un certo qual modo la linfa vitale che ha nutrito la mia esperienza pluriennale nel Metaverso e mi hanno permesso di conoscere e collaborare con tante persone interessanti che altrimenti non avrei mai incontrato nel mondo fisico. Adesso francamente è difficile sintetizzare in poche righe 15 anni di onorata carriera da “Pifferaio magico” di Pyramid come qualcuno mi ha ribattezzato perché se un ruolo ho avuto è stato indubbiamente proprio quello di coinvolgere persone e farle cooperare nella realizzazione di progetti e format specifici per i mondi virtuali. Gli anglofoni credo che mi definirebero un “community manager”, ad ogni buon conto in questo VIDEO https://youtu.be/ua7PjVTu9Q0 realizzato insieme all’artista Artematiko ho raccontato la mia esperienza nei mondi 3D e le varie piattaforme utilizzate partendo da SL  fino ad arrivare alla social VR. Chiaramente la storia non finisce qui … dopo due stagioni intensissime di Magicflute Show https://youtube.com/playlist?list=PL6BMNH4qsPyw4JqG0EtlKOOhPAcHQ-KIC  vissute prevalentemente in AltspaceVR, la piattaforma di Microsoft accessibile sia da computer che da visore, si parte con un nuovo format: il “Pyramid Cafè Show” che porteremo letteralmente a spasso per il Metaverso collegandoci quando possibile con il modo fisico.  Il conduttore non sarò più io o comunque non necessariamente, come si suol dire: “largo ai giovani !” A questo nuovo progetto  stiamo lavorando con Enrico Carmine Ciliberti fondatore della Meta Comitiva VR e vedrete che riusciremo a coinvolgere anche questa volta vecchi amici di Craft World e Second Life oltre ovviamente alle nuove leve conosciute nei nuovi mondi.           

Quali sono i meccanismi che, secondo te, una persona che accede ai mondi virtuali si sceglie il proprio nome e la “forma” del proprio avatar? Oggi prevale la tendenza a usare il proprio nome reale e ad esibire, se vogliamo, la propria doppia o tripla vita nei mondi virtuali o immateriali che dir si voglia. Sei d’accordo?

Per quanto riguarda la scelta del nome sono convinto che le persone utilizzano mediamente dei termini che in qualche misura le rappresentano o comunque evidenziano delle caratteristiche che si vogliono palesare per quel dato avatar e in quello specifico mondo/metaverso/gioco. Difficilmente un combattente di Fortnite si sceglierà come nick name  “mughetto”.

Il fatto che sempre più persone utilizzano il nome reale lo collegherei più che altro al recente sdoganamento del Metaverso, un tempo questa “seconda vita” veniva percepita dai più come un qualcosa di strano, al giorno d’oggi è sempre più normale non celare queste attività nei mondi virtuali. Per inciso, per come la vedo io, la vita è una soltanto e la realtà virtuale semplicemente uno strumento di comunicazione potentissimo.

pyramiadcafè

Per quanto concerne invece la “forma” molto dipende dal mondo virtuale in cui si opera. In Second Life ad esempio dove la customizzazione è estrema, la forma è sostanza e la  preparazione dell’avatar, dalle parti del corpo fino alla scelta dell’OutFit, diventa un elemento segnante dell’esperienza stessa.

Invece nei mondi per la social VR, essendo questi mondi Low Poly ovvero con basso numero di poligoni , gli avatar sono molto più stilizzatii, si possono personalizzare ma non è certo questo il cuore dell’esperienza che invece è dato dall’immersività totale e dalla sensazione di co-presenza pressochè assoluta dei partecipanti negli ambienti sintetici. La visuale è dall’interno dell’avatar e lo stesso si muove esattamente seguendo i nostri movimenti del capo e delle mani. Il foto realismo arriverà anche qui non c’è da dubitarne, per adesso siamo tutti simpatici pupazzetti stile Cartoon senza arti inferiori.

 Quali connessioni si possono stabilire tra la territorialità degli avatar e la non territorialità del Metaverso?

Credo di essere stato io a coniare lo slogan: “Nel Metaverso, no Community no party” perchè sono fermamente convinto che se non fai parte di una Community difficilmente l’esperienza nel Metaverso  risulterà soddisfacente, d’altro canto l’uomo è un animale sociale come insegnava Aristotele. Poi chiaramente ci si sono delle visioni differenti : gli immersivisti duri e puri, tendono a vivere il Metaverso come una dimensione a se stante, non rivelando nulla o quasi del loro privato e del loro aspetto, in questo senso sono una sorta di apolidi. Preferiscono lavorare su se stessi sperimantando situazioni particolari magari nei panni di qualcun altro. Noi di Pyramid invece abbiamo sempre sostenuto che è fondamentale incontrarsi anche nel mondo fisico per cementare ulteriormente le amicizie e le collaborazioni. Come accennava prima, il Metaverso è un potentissimo strumento di comunicazione e cambierà profondamente le nostre vite un po’ come è avvenuto con l’avvento di internet o dei telefoni cellulari e vedrete che da realtà parallela quale oggi sostanzialmente è, si intreccerà sempre più con il mondo reale e avrà effetti importanti sul territorio.

piramidcafe1

 C’è un metaverso libero da implicazioni e finalità commerciali e finanziarie, come OpenSim, e un metaverso strettamente legato a finalità commerciali, come leggi questa differenza.

Per chi come noi ha sempre coltivato questa passione a livello amatoriale e senza fini di lucro, realtà come quella di OpenSim sono ideali e soddisfacenti e le spese eventuali vengono sostenute dai residenti un po’ come avviene per un Hobby qualsiasi. Paradossalmente una delle piattaforme per la compravendita di NFT più conosciute ha un nome che ha un assonanza molto forte con l’abbreviazione di Opensimulator  : Opensea . Opensea  è una piattaforma basata sulla blockchain di Ethereum ed è specializzata nella compra vendita di oggetti digitali, gli ormai celebri Not Fungible Token. 

Il Metaverso è anche questo e la sua espansione probabilmente sarà finanziata anche da queste forme di investimento .

Condividi

Sull' Autore

Nata a Pesaro nel 1943, vive dal 1948 a Potenza. Già collaboratrice Rai e poi docente di Lettere, svolge dal 2000 attività di scrittrice e giornalista. Ha pubblicato quattro sillogi liriche: "Quaestio de Silentio" (Il Salice, Potenza 1992), "Canzone lunga e terribile" per Isabella Morra (Nemapress, Alghero 2004), “Matrie” (Aletti, Roma 2017), “Cotidie” (Manni editore, 2021). E' autrice di saggi letterari, tra cui "Pirandello tra fiction e realtà" (in AA.VV, Letture di finzioni, Il Salice, Potenza 1993), "Percorsi di poesia femminile in Basilicata" (in Poeti e scrittori lucani contemporanei, Humanitas, Potenza, 1995), “Il ruolo delle donne-intellettuali nelle società antiche” (in Leukanikà, XVI, 1-2, 2016). Appassionata dei dialetti e delle tradizioni lucane, è co-autrice dei testi "Non per nostalgia - Etnotesti e canti popolari di Picerno" (Ermes, Potenza 1997) e “Piatti Detti e Fatti della cucina lucana” (Grafiche Metelliane); per la Consigliera di Parità della Provincia di Potenza ha curato il testo “Quel che resta di ciò che è detto”, analisi della condizione della donna nella cultura contadina lucana. Sintesi delle sue lezioni come docente di scrittura creativa sono state pubblicate in volumi curati dalle Istituzioni culturali per le quali ha svolto quest'attività (Scuole, Biblioteche, Archivi di Stato). Con l’Associazione “ScriptavolanT” ha curato numerosi corsi di scrittura creativa, collaborando anche alla redazione del romanzo collettivo “La potenza di Eymerich”, a cura di Keizen. Sue poesie e racconti sono pubblicati in numerose opere collettive. Per Buongiorno Regione, rubrica del TGR Basilicata, ha curato interventi sulle tradizioni popolari lucane, sulla stampa lucana d’epoca e sulle scrittrici lucane. Per il sito www.enciclopediadelledonne.it ha pubblicato i profili di scrittrici lucane, come Laura Battista, Giuliana Brescia, Carolina Rispoli. Come wikipediana, è parte, in particolare, del progetto in progress “Profili di donne lucane”. In Second life ha curato la redazione del romanzo collettivo “La torre di Asian”. In Craft World e in Second life, come presso scuole e altre istituzioni, tiene corsi di scrittura letteraria. Il progetto-laboratorio “La Città delle Donne”, realizzato in Craft World, ospita i profili di 86 poete di tutti i tempi, tra cui alcune Lucane, ed è frequentato da scuole e cultori.

Rispondi