CRONACHE DAL METAVERSO – METAVERSO E META – VERSI CON SERGEJ ZARF ALIAS MARIO FONTANELLA
Lorenza Colicigno
Prendiamo le mosse per questa puntata della mia rubrica Cronache dal Metaverso dalla recente presentazione in Craft World dell’e-book “Annidamenti”, pregevole lavoro di Mario Fontanella alias Sergej Zarf. Prima di entrare nel vivo è utile la presentazione dell’autore che intreccia le sue attività nel mondo reale con quelle del metaverso.
Mario Fontanella
Mario Fontanella alias Sergej Zarf è un artista digitale ed educatore appassionato e creativo che esplora e sperimenta mondi virtuali da più di un decennio. È sempre desideroso di condividere le sue conoscenze e abilità con altri interessati ad apprendere e creare in questi nuovi media. Studioso di antropologia, religioni e civiltà orientali, collabora con il Museo del Metaverso, un museo virtuale che espone le opere di vari artisti su diverse piattaforme, come Craft World, Second Life e Spatial. È anche membro di Edu3D, una rete di educatori che utilizzano ambienti virtuali 3D per l’insegnamento e l’apprendimento; si occupa principalmente della redazione del sito Edu3D e della promozione delle attività e dei corsi della comunità di pratica. È stato coinvolto in numerosi progetti e corsi relativi al video making nel mondo virtuale e all’intelligenza artificiale, tra cui “Riprendiamoci”, un corso su come realizzare video in mondi virtuali, utilizzando strumenti come OBS Studio, Shotcut e DaVinci Resolve (2012-2023); Pyramid Cafè TV, web tv dedicata a far emergere dai mondi virtuali contenuti e temi trattati negli eventi organizzati in Second Life e Craft World, legati all’arte, alla cultura, all’informazione, alla tecnologia, all’attualità e alla solidarietà (streaming video, montaggio e co-direzione 2012-2014); “IT Literacy”, una serie di incontri gratuiti svolti su Zoom volti a facilitare coloro che avevano bisogno di sviluppare competenze informatiche di base e intermedie, soprattutto durante il periodo della pandemia Covid-19; Incontri sulla realizzazione di immagini attraverso Intelligenza Artificiale generativa, utilizzando strumenti come EasyDiffusion, GPT-4-All, Alpaca e Prompt Engineering; ha esposto in mostre personali e collettive in mondi virtuali e ha pubblicato flipbook online contenenti molte delle sue opere create mediante intelligenza artificiale e di suoi versi (2022-2024). Una presentazione che contribuisce a contestualizzare questa intervista.
Sergej Zarf
A Mario/Sergej ho chiesto come nasce questa silloge e qual è il percorso da lui seguito: dalle immagini dalla parola o dalla parola all’immagine, dalla concretezza della pagina scritta alla pagina virtuale e oltre?
La copertina di Annidamenti di Sergej Zarf – https://bit.ly/annidamenti
La genesi di “Annidamenti” si colloca in un intreccio tra parola e immagine, ma ha preso vita inizialmente dalle sole parole. Ogni verso scritto rappresenta una riflessione, un momento di introspezione nato dall’osservazione attenta del mio agire in relazione alla mia percezione della realtà contemporanea, dalle sue contraddizioni e dalle sue sfide. La scrittura è stata il primo passo, un tentativo di dare forma e voce ai pensieri intimi e alle domande che quotidianamente mi attraversano.
Immagini AI realizzate da Sergej Zarf alias Mario Fontanella a corredo del suo ebook “Annidamenti”
Tuttavia, man mano che le parole prendevano forma sul foglio, si è reso evidente che esse chiamavano in causa una dimensione visiva. Le immagini, non concepite a priori, sono emerse come una necessità, un’esigenza del testo di espandersi oltre i confini della pura scrittura. In questo processo l’immagine diventa la continuazione della parola, il suo approfondimento, o talvolta la sua contraddizione. In pratica, ho cercato di catturare l’essenza delle mie riflessioni attraverso la lente visiva affinché il dialogo con i versi potesse continuare in un’altra dimensione, ottenendo una nuova prospettiva da cui considerarli. Questo approccio ha permesso di arricchire la raccolta, rendendola un’opera multidimensionale in cui parole e immagini si fondono in un unico flusso narrativo. Un ulteriore passaggio di livello l’abbiamo tentato, con la sapiente collaborazione di Rubin Mayo, quando abbiamo aggiunto la cornice musicale e gli effetti sonori ai brani.
Immagini AI realizzate da Sergej Zarf alias Mario Fontanella a corredo del suo ebook “Annidamenti”
Che posto occupa l’AI nel suo percorso di abitante del metaverso?
Soprattutto dagli ultimi due anni, l’Intelligenza Artificiale occupa un posto di rilievo nella mia collocazione nel metaverso, fungendo da catalizzatore per l’esplorazione e l’espansione delle possibilità creative e comunicative. È diventata un compagno di dialogo, un co-creatore che mi permette di sondare profondità e ampiezze nuove del mio pensiero e della creatività. L’approccio all’AI nel mio lavoro artistico rappresenta, in sostanza, un tentativo di superare i miei limiti espressivi e narrativi, com’è stato in precedenza con la creazione di video dai mondi virtuali. Una tecnologia che mi permette di sondare nuove forme di linguaggio, di percezioni, di interazioni, sfumature che altrimenti sarebbero rimaste inaccessibili. Nel metaverso queste espressioni possono trovare una nuova vita, diventando interessanti strumenti di analisi e interpretazione delle dinamiche sociali e culturali che lo caratterizzano. In questo modo riesco a posizionarmi non solo come osservatore ma come partecipante attivo, contribuendo alla creazione di un tessuto narrativo che è al tempo stesso personale e collettivo. Inoltre, l’AI stimola una riflessione critica sul significato dell’autorialità e sulla natura dell’ispirazione nel contesto digitale. Mi interroga sulle possibilità di collaborazione tra umano e non-umano, spingendomi a considerare come le nostre creazioni possano essere amplificate o trasformate dalla sinergia con l’intelligenza artificiale. In questo senso, l’AI non è solo un mezzo attraverso cui produrre arte, ma anche un soggetto con cui dialogare, da cui imparare, e con cui condividere il processo creativo.
Immagini AI realizzate da Sergej Zarf alias Mario Fontanella a corredo del suo ebook “Annidamenti”
Da antropologo quali valutazioni o riflessioni ha maturato sul rapporto tra avatar e persona?
Il rapporto tra avatar e persona mi ha sempre affascinato, poiché offre uno spaccato unico sulle dinamiche di identità, rappresentazione e interazione nell’era digitale. Gli avatar, estensioni virtuali di noi stessi nel metaverso o in qualsiasi ambiente digitale, rappresentano non solo come desideriamo essere visti dagli altri, ma anche come aspiriamo a vedere e a esplorare noi stessi. Questa dualità intrinseca apre a una serie di riflessioni che ci possono condurre anche in profondità.
Primo, l’avatar consente un’espressione di sé fluida e malleabile, offrendo agli individui la possibilità di esplorare identità alternative, esprimere aspetti del sé altrimenti repressi o inespressi nel mondo fisico. Questo fenomeno solleva questioni rilevanti sulla natura della nostra identità: fino a che punto siamo definiti dalle nostre rappresentazioni virtuali, e come queste influenzano la percezione di noi stessi e degli altri? Secondo, il rapporto tra avatar e persona evidenzia il concetto di anonimato e responsabilità nel mondo digitale. Gli avatar possono fungere da scudi, permettendo agli utenti di agire con una libertà che talvolta sfocia nell’ipersensibilità o nell’impersonalità. Ciò solleva interrogativi etici sulla natura delle nostre interazioni virtuali e sulle conseguenze delle nostre azioni online sul benessere altrui. Terzo, l’uso degli avatar può rivelare molto sul nostro rapporto con il corpo e sulla percezione di noi stessi. Nel mondo virtuale, dove le limitazioni fisiche possono essere superate o completamente rimosse, le scelte riguardanti l’aspetto degli avatar possono riflettere desideri, insicurezze o aspirazioni legate alla propria immagine corporea. Ciò offre una lente attraverso cui esaminare questioni di alterità, autostima, rappresentazione del corpo e della diversità, ma anche a quale plasmazione possiamo essere soggetti nel definire una nostra “possibile” unicità, in sintesi quali condizionamenti sociali, culturali e familiari ci indicano la via in questa direzione. Infine, il rapporto avatar-persona apre una finestra sul futuro delle interazioni sociali. In un mondo dove le relazioni possono essere intessute e mantenute attraverso identità virtuali, come cambieranno le nostre concezioni di amicizia, comunità e appartenenza? Che impatto avranno queste dinamiche virtuali sulla nostra capacità di connetterci emotivamente e umanamente gli uni con gli altri? Come potrebbero essere percepiti, ad esempio, i concetti di Famiglia, Patria, Identità Nazionale, Diritto, Scienza, Spiritualità (concetti cosiddetti “fondanti” nella nostra cultura occidentale contemporanea), da persone abituate a “vivere” connessi condividendo ambienti ed esperienze “virtuali” con molti altri individui con sensibilità e impostazioni culturali non omogenee? In conclusione, ritengo che il rapporto tra avatar e persona ci offra un’opportunità preziosa di riflessione sulle trasformazioni in atto nelle nostre società, sulle nostre nozioni di identità, relazione e realtà. Questo rapporto è un campo fertile di studio che può aiutarci a comprendere meglio non solo il nostro comportamento nel mondo digitale, ma anche le implicazioni più ampie di queste esperienze sulla nostra vita nel mondo fisico, soprattutto con l’incombente arrivo nelle nostre quotidianità della robotica cognitiva, ovvero di robot dotati di AI, come emerge per esempio dagli studi di Kathleen Richardson o come preannunciato da Michio Kaku in “Il futuro dell’umanità”.
Formuli lei una domanda da rivolgere ai lettori/lettrici in merito alla mia precedente, ma anche in merito alla resistenza ad accedere a questi mondi. È una resistenza tecnologica o psicologica e culturale?
La ringrazio per questo invito, penso che valga la pena interrogarsi sul cosa ci trattiene, in generale, dal metterci veramente in gioco nell’incontro con se stessi e con gli altri, un’esperienza che non è mai “leggera” nonostante la mediazione tecnologica. Una domanda che vorrei porre a chi ci legge è “cos’hai veramente paura di perdere nel lasciare spazio all’ignoto, esperienza che prima o poi dovremmo comunque affrontare in qualche modo, nel confrontarti con identità, visioni del mondo e spazi di azione diversi da quelle a te consuete?”. Penso si possa trovare un parallelo molto concreto tra la diffusa chiusura verso il “diverso da noi” con la resistenza verso un’esperienza di confronto con le identità virtuali e con i mondi digitali che non sia soltanto ludica. Sembra quasi emergere un bisogno imperante di individualismo e protagonismo che sia ottenibile però senza doversi immergere in quella folla che vogliamo ci acclami o soltanto che ci riconosca in quanto individui. La resistenza ad accedere ai “nuovi spazi” potrebbe non derivare soltanto da una mancanza di familiarità con la tecnologia, ma anche da una profonda sfida alla nostra percezione di ciò che è reale e significativo nelle relazioni umane. Potrebbe celarsi anche il timore di perdere il contatto con la “realtà” tangibile, la paura dell’anonimato e della perdita di controllo sull’identità personale, o la difficoltà di navigare in un mondo dove le regole sociali e le dinamiche di interazione possono essere radicalmente diverse dalle proprie. Personalmente ritengo che cercare di superare queste resistenze ci possa portare a esplorare le grandi opportunità di crescita, di espressione e di connessione offerte dai mondi virtuali, senza perdere di vista i valori e le relazioni che definiscono la nostra umanità nel mondo fisico. Penso sia necessario aprire un dialogo su come possiamo navigare insieme verso un futuro in cui il digitale e il reale si intrecciano in modi sempre più complessi e significativi.
Ringrazio Mario Fontanella alias Sergej Zarf per questa immersione nel suo e-book e nei suoi percorsi di artista ed educatore reale e virtuale. Metaverso: altro che gaming!