CRONACHE DI CARTA – VIAGGIO NELL’UNIVERSO DELLA SCRITTURA – GIANLUCA CAPORASO E LA NUOVA VITA DI ALAN, IL PROTAGONISTA DE “IL SIGNOR CONCHIGLIA”
di Lorenza Colicigno
Lorenza Colicigno
Gianluca Caporaso, dando alle stampe il suo ultimo lavoro Il Signor Conchiglia, con Il barbiere di Kobane di Annalisa Cuzzocrea e illustrazioni di Giulia Tomai, Salani Editore 2022, prosegue il suo percorso di scrittore per ragazzi e, data la sua attenzione alle problematiche della società contemporanei in tema di relazioni interpersonali e intergenerazionali, anche per adulti che non abbiano dimenticato d’essere stati ragazzi.
La copertina de Il Signor Conchiglia, Salani editore 2022, candidato al premio Strega Ragazzi e Ragazze 2023
Ed è l’editore Salani, candidando Il Signor Conchiglia al Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2023, a farci compiere un ulteriore passo verso la conferma del talento dello scrittore potentino. Già ne I racconti di P u n t e v i l l e, Ovvero le mirabolanti cronache degli uomini che viaggiarono nelle città della punteggiatura, edito da Lavieri 2012, Gianluca Caporaso affrontava il genere del racconto fiabesco, fatto di mirabolanti avventure, che, come è proprio della fiaba, offrono le chiavi per accedere alla realtà e a comprenderne più a fondo il senso. Ne Il Signor Conchiglia Caporaso pare riprendere il filo dalla conclusione dei racconti di Punteville, dove afferma che […] grazie ai bambini, imparammo che le cose finiscono e ricominciano. Così è la vita. Si tocca il punto e poi si va a capo.
E si va a capo … per ricominciare a percorrere il perenne cerchio della vita e della morte, affidando alla parola, appunto, il compito di rendere possibile una svolta diversa al destino, una svolta che trasformi l’incontro con la morte in una nuova opportunità di vita. Dedicato ad Alan, il bambino ritrovato morto sulla spiaggia di Bodrum, il racconto nasce, appunto, dalla resistenza dello scrittore, che così interpreta un sentimento collettivo, all’idea di quella morte ingiusta, simbolo di tante altre che funestano le sponde diverse del mar Mediterraneo. Una morte ingiusta che deve essere ricordata nella sua crudezza di storia vera, messaggio che è affidato alla parte conclusiva del libro, con “Il barbiere di Kobane” di Annalisa Cuzzocrea. Alla prima e più corposa parte de Il Signor Conchiglia, firmata da Caporaso, è affidata quella che ho appena sopra definito resistenza alla morte ingiusta, grazie al potere della parola che riporta in vita Alan e gli restituisce una nuova vita: “A Bodrum, sopra una spiaggia/c’era un bimbo addormentato./Io gli dissi: vieni e viaggia,/ho per te un mondo incantato.”. Le parole, afferma l’autore, fanno tornare in vita le cose. (pg. 100) Elementi giocosi e fantastici ed elementi tragici e realistici si intrecciano nei capitoli del racconto di Caporaso, il cui incipit è costituito da una frase-sintesi nel linguaggio tipico delle raccolte di fiabe, cui ovvero e qualmente danno un sapore antico, famigliare e formulare nello stesso tempo.
Lo scrittore gioca su distanza e vicinanza, assenza e presenza, reale e fantastico, affidando il messaggio fondamentale alla filastrocca che apre il libro: Dedico queste pagine gentili/a chi saluta i fiori nell’aiuola/e in questo tempo di pensieri ostili/semina un benvenuto a squarciagola. Gentilezza e ostilità diventano le forze motrici dei diversi racconti, insieme al sentimento della parola come dono, grazie al quale ciò che scompare o si perde o si trascura resiste al vuoto, al silenzio, al buio della dimenticanza e si riaffaccia alla memoria riprendendo le forme delle persone amate e degli oggetti cari: O parole, immensi doni! (pg. 93)
Illustrazione di Giulia Tomai per Il Signor Conchiglia (cap. 9)
Alan, il protagonista, è una creatura del mare, del mare ha la natura, ma ha anche la natura dei sogni della madre, della materia lieve dei capelli tagliati dal padre barbiere, dell’immaginario del viaggiatore/narratore Ulisse, l’amico che lo avvia all’amore per orizzonti lontani. Caporaso attraversa con l’immaginazione il destino del bambino, di cui sono specchio i 4 nomi: Alan, Scudo, Siyäha, Acqua che scorre, Alsamaka, Liscadipesce, e, ultimo, Signor Conchiglia. Ognuno di questi nomi ha all’origine un sentimento forte, che coinvolge il corpo del bambino e traduce le emozioni che egli suscita intorno a sé: Alan richiama lo scudo con cui la madre vuole tutelarlo dai mali della vita; Siyäha è il nome segreto, ulteriore difesa da qualunque influsso negativo, ma anche presagio del suo futuro; Alsamaka rispecchia lo sguardo scherzoso dei pescatori e in qualche modo anticipa il suo viaggio nel palazzo di sette piani che vanno in giù, cioè nel fondo del mare; l’ultimo nome, Signor Conchiglia, sancisce l’abbraccio indissolubile della creatura marina, una conchiglia appunto, con il ragazzo di cui è innamorata.
Il tema del mare è dominante, il mare è via verso l’avventura, la conoscenza, le relazioni, il mare è pesca, importante fonte di sussistenza, il mare è naufragio, dolorosa fonte di morte, il mare è concerto di voci e suoni diversi e molteplici di cui la conchiglia conserva l’eco. Caporaso ascolta e restituisce queste voci, affidando a ciascuna un sentimento e un senso nel concerto più ampio della natura e della società.
Illustrazione di Giulia Tomai per Il Signor Conchiglia (cap. 18)
E’ evidente da quanto sottolineato finora che la realtà si veste della natura dei sogni. Lo scrittore, in definitiva, si erge a paladino Contro i mostri che mangiano i sogni o quelli che passano e rubano le parole ai bambini. (pg. 26)
Pregio della scrittura di Caporaso è la capacità di toccare e attraversare un tema così tragico, come la morte del piccolo migrante curdo, con la leggerezza della fiaba, dando voce, senza mai far perdere di vista il dolore che attraversa le vite di ciascuno, alla speranza che i sogni che non vogliono morire (pg. 84) non finiscano mai inghiottiti dal mare dell’oblio.
Gianluca Caporaso
Gianluca Caporaso scrive storie e le racconta. Storie sue e storie di ogni provenienza, passate di bocca in bocca fino a oggi. È un lettore e un narratore, una persona che prova ad accendere fuochi di parole per radunare
persone, tessere trame di comunità. In gita per ogni luogo d’Italia, conduce laboratori di scrittura fantastica per bambini, educatori, genitori e organizza eventi di promozione della lettura e della narrazione. Nel settembre 2017 ha ideato a Potenza il festival La città delle infanzie ( www.gianlucacaporaso.it). Per Salani ha già pubblicato con grande successo la raccolta di poesie Tempo al tempo. Altra sue pubblicazioni I Racconti di Punteville – Ovvero le mirabolanti cronache degli uomini che viaggiarono nelle città della punteggiatura, edito da Lavieri con illustrazioni di Rita Petruccioli, Appunti di geofantastica, edito da Lavieri con illustrazioni di Sergio Olivotti, Il Catalogo Ragionato delle Patamacchine, edito da Lavieri con illustrazioni di Sergio Olivotti, Lettere all’amata, edito da Lavieri, Viaggi terrestri, marini e lunari del Barone di Munchhausen, edito da Lavieri con illustrazioni di Sergio Olivotti, Basilicata in rima, leporello contenente 10 componimenti in rima sulle magie della Basilicata, autoprodotto con il marchio Edizioni Fragili, con illustrazioni di Raffaele Pentasuglia.