CRONACHE DI CARTA – VIAGGIO NELL’UNIVERSO DELLA SCRITTURA – NEL LABIRINTO DI LEONARDO SINISGALLI con BIAGIO RUSSO
Lorenza Colicigno
Un matematico, un ingegnere, un designer, un pubblicitario, un poeta, in definitiva un uomo che è passato “dalla sponda impervia a quella fiorita”, come ricorda, citandolo, Mimmo Sammartino, Presidente della Fondazione Sinisgalli, nella prefazione ai due volumi curati da Biagio Russo, Il labirinto di Leonardo Sinisgalli, editati dalla Fondazione. Un uomo, dunque, dal profilo complesso e multiforme. Che ne direbbe Leonardo Sinisgalli di questo affondo nella sua vita così minuzioso da apparire a volte addirittura indiscreto, se non impietoso, a firma Biagio Russo? Un lavoro enorme questo del già Direttore della Fondazione Leonardo Sinisgalli, in cui la curiosità dell’intellettuale, la tenacia del cultore, l’abilità dell’esploratore che si avventura nel labirinto della vita e nell’opera di questo Lucano illustre, ci riconduce con mano sicura sui passi da lui compiuti. Luigi Beneduci, attuale Direttore della Fondazione Sinisgalli, nell’Introduzione scrive: “L’opera di Biagio Russo si propone di essere una discesa nella labirintica molteplicità di Leonardo Sinisgalli e insieme una mappa per orientarsi in essa.”. Biagio Russo, infatti, ci porta attraverso molteplici strade, molteplici crocicchi, inseguendo il poeta nelle sue scelte di vita, alcune volte imposte dal destino, altre volte consapevolmente compiute. Per definire la natura del complesso percorso intellettuale sinisgalliano, tutto così profondamente immerso nel suo, nel nostro, tempo, alcuni parlano di contraddizioni, altri di fluttuazioni, altri di slittamenti, Russo, a mio parere, sembra invece volerci condurre a mirare oltre le scelte di interesse e le fasi temporali della sua vita, pur precisamente definite, per cogliere la sua specificità nella capacità, che ancor oggi va oltre la contemporaneità, di includere nel suo sguardo caos e cosmos. Non esito a dire che la più autentica natura di Sinisgalli sia nella sua interpretazione del legno come cosa viva e soprattutto dei metalli e dei cristalli come soggetti a “svenimenti” esattamente come può capitare ad ogni essere vivente nei momenti più intensi della sua esistenza. Il passaggio dalla durezza alla fluidità è forse il passaggio “cardine” della vita e del pensiero di Sinisgalli. Lo immaginiamo costretto a indurirsi, fino a sentire la rigidità della morte, quando è costretto a 10 anni a lasciare Montemurro per il collegio, e lo scopriamo farsi materia fusa al fuoco della passione nell’incontro a Roma con Agnese De Donato nella libreria di via Ripetta.
La fotografia originale di Agnese De Donato davanti alla sua libreria di via Ripetta, luogo di incontri e di cultura, inserita nel 2 volume, pg. 190, de “Il Labirinto di Leonardo Sinisgalli”, per gentile concessione di Biagio Russo
Recentemente Biagio Russo ha presentato Il labirinto di Leonardo Sinisgalli a Roma, gli abbiamo chiesto di farcene una breve cronaca.
La presentazione de “Il Labirinto di Leonardo Sinisgalli” a Roma
“L’incontro alla Galleria Nazionale – ci ha detto Russo – per la presentazione del Labirinto era doveroso. Non solo per ricordare il giorno della sua morte a Roma il 31 gennaio del 1981. Ma perché Roma è stata la città che ha accolto Sinisgalli sin dal 1925, anno di iscrizione alla Facoltà di Matematica e Fisica. E tranne brevi parentesi milanesi, la città barocca per eccellenza è stata fondamentale, sia per la formazione che per gli affetti e le esperienze. La Galleria Nazionale, inoltre, era una delle mete più ricorrenti per Sinisgalli, essendo un profondo conoscitore di arte. Viveva ai Parioli a poche centinaia di metri da Valle Giulia e non vi era mostra che non lo vedesse presente. Se si raccogliessero tutti i suoi scritti legati all’arte, come suggerito da Peppino Appella, ne uscirebbe un ritratto di certo più completo, fondamentale anche per comprendere meglio la sua poesia. Roma ha risposto all’evento, gremendo la splendida sala delle Colonne. Una bella soddisfazione per la Fondazione, per Mimmo Sammartino e Luigi Beneduci, che in qualità di presidente e direttore hanno introdotto e coordinato i lavori. L’intervento di Mariadelaide Cuozzo ha messo in evidenza da un lato, la capacità “narrativa”, poco accademica della mia scrittura, dall’altro, il rispetto delle fonti e il rigore metodologico. Giulia Dell’Aquila, invece, ha collocato “Il labirinto”, in una particolare cornice storico-editoriale sistenendo che, parlando di Sinisgalli, non si può prescindere dal doppio binario testo-immagine nelle pubblicazioni che lo riguardano. Una serata memorabile.”.
Il numeroso pubblico alla Galleria Nazionale di Roma
Abbiamo, inoltre, chiesto a Biagio Russo di accompagnare i nostri lettori nella complessa geografia dei suoi volumi.
“Il mio lavoro su Sinisgalli – ha dichiarato l’autore – non ha certo la pretesa di esaurire la ricerca su un gigante così complesso e affascinante della letteratura e della storia del Novecento. Ma, è il caso del primo volume, aggiunge di certo tasselli poco indagati della sua biografia così ondivaga ed esploratrice: dalla ricerca documentale sulla sua formazione (ha frequentato il liceo scientifico a Benevento) ai rapporti con Enrico Fermi durante gli anni universitari a Roma; dal rapporto con il giallo (a lui si deve l’equazione tra oil color della copertina e il genere letterario, nel 1929) alla corrispondenza amicale con Aldo Buzzi; dall’incontro a Montemurro con Rocco Scotellaro, agli anni di Civiltà delle macchine e del suo rapporto con i giovani poeti e artisti lucani (Trufelli, Riviello, Stolfi, Masi, Padula, Leone, Cantatore, Guerricchio ecc.). Ma il saggio che mi è costato più fatica – ha proseguito Russo – è sicuramente quello che riguarda il suo rapporto con la libraia di via Ripetta, la bella e colta Agnese De Donato, straordinaria musa, per cui Sinisgalli perse la testa, agli inizi degli anni Sessanta. Non è stato facile ricostruire, partendo dai documenti presenti nella Casa delle Muse, quel puzzle di grande coinvolgimento emotivo e risalire alle poesie che Sinisgalli aveva dedicato ad Agnese, e che erano state pudicamente “nascoste” in tantissime pubblicazioni, senza che mai nessuno le avesse individuate e accostate. Inediti sono anche i saggi sul rapporto tra Sinisgalli e il fragile figlio adottivo Filippo, e sulla mostra dei pastelli che il poeta-ingegnere tenne a Matera sul finire del 1978, quando scoprì il colore. Il secondo volume è, invece, il tentativo di definire lo stato dell’arte su tutto ciò che Sinisgalli ha realizzato nella sua vita. Mai finora si era cercato di restituire tutta la sua complessità. I regesti si erano limitati all’elenco delle opere principali e alla bibliografia critica. Finalmente lo studioso può conoscere, non solo l’intera opera letteraria di Sinisgalli, ma anche tutte le testate (circa 150) con cui Sinisgalli ha collaborato, con i titoli degli articoli pubblicati. Può scorrere tutti i suoi libri d’arte e tutti gli argomenti trattati nelle sue trasmissioni radiofoniche, in modo particolare il Teatro dell’usignolo e La Lanterna. Si può scoprire un Sinisgalli cinematografico e documentarista, con decine e decine di titoli. Persino una discografia sinisgalliana. Allo stesso modo, la stessa bibliografia critica si è estesa a dismisura, consentendo infinite possibilità di studio per chi voglia lasciarsi attrarre dal labirintico vortice sinisgalliano.”.
Abbiamo seguito l’invito, ci siamo immersi nel labirintico vortice sinisgalliano, e ancora ci siamo dentro alla ricerca di quale risposta dare alla domanda “Chi è davvero Leonardo Sinisgalli?”. Tra le tante definizioni e le vastissima documentazione, infatti, non certo per limiti dell’esploratore Russo, bensì per la magmatica identità del Montemurrese, più si procede nella lettura, più si comprende come la questione non sia trovare la strada per uscire dal labirinto, bensì rimanervi dentro, per cercare di capire, attraverso l’infinita bellezza e verità della poesia di chi poté dire Vidi le Muse, chi siamo noi, oggi.
Biagio Russo (Spinoso, 1962) ha un passato da redattore editoriale ed è giornalista pubblicista. Appassionato di letteratura del Novecento, è stato Direttore della Fondazione Leonardo Sinisgalli dal 2010 al 2020. Attualmente è componente del Comitato Tecnico-Scientifico. Ha maturato un’esperienza ventennale nell’organizzazione di eventi culturali. Oltre a dedicarsi alla poesia (“Il pezzo della salute”, EditriErmes 2006), ha pubblicato racconti in miscellanee: “Nedo Nadi e il reportage accidentale di un uomo del Sud nel cimitero di Portofino”, in AA.VV., “Amati, Misteriosi, Maledetti. Storie di luoghi”, Hermaion, Potenza 2022; “Storia di una frana a Montemurro, di due orfani musicanti in fuga da Viggiano e della Statua del Cristo Redentore a Maratea”, in AA.VV, “Basilicata d’autore. reportage narrativo e guida culturale” (a cura di M. Sammartino), Manni editori, Lecce 2017; “Nonno Biagio”, in “Abbicura” (a cura di P.Albano e S. Bonito), Fausto Lupetti editore, Milano 2019.
Nell’ambito dell’illustrato, ha curato la traduzione di Barrie, “Peter Pan”, con illustrazioni di Massimiliano Frezzato (Lavieri Edizioni, Villa d’Agri 2015), di Andersen, “Brutto anatroccolo”, con illustrazioni di Daniela Pareschi (Lavieri Edizioni, Villa d’Agri 2019). Suo ultimo lavoro è “Aiaccio”, con illustrazioni di Daniela Pareschi (Lavieri Edizioni, Villa d’Agri 2018).
Per quanto riguarda la produzione scientifica oltre a contributi e curatele, è autore di: “Leonardo Sinisgalli e i bambini incisori. Storia di un torchio, di un maestro (Gianni Faè), di una scuola (“Piccola Europa”) e di un borgo (S. Andrea) negli anni Cinquanta”, FLS, Montemurro 2018. “Perché ridi? Curiosando nella comicità (tra psicologia, antropologia, filosofia, letteratura…)”, Bre, Roma 2021; “Il labirinto di Leonardo Sinisgalli”, 2 voll., FLS, Montemurro 2022.