Come era prevedibile, il Pd non è riuscito a presentare una lista unitaria per le elezioni del Presidente della provincia di Potenza e si è mostrato per quello che è: un partito spaccato su tutto. Alla fine, per salvare la faccia e non dare l’impressione che le elezioni provinciali siano le prove generali di quello che succederà all’assise congressuale qualche dirigente volenteroso ha cercato di mischiare le carte facendo passare dei nomi da una lista all’altra, ma la frittata era già bruciata e il sapore non è cambiato. Tra l’altro non è stata solo una esposizione delle divisioni interne, ma anche un autogol sul piano elettorale perché una lista unitaria poteva contare su una migliore distribuzione dei resti, secondo il metodo d’hont, e quindi qualche consigliere in più da attribuirsi. Al segretario generale della provincia, ilpd si è presentato con due liste,l’una identificabile con gli esponenti De Filippo,Lacorazza , Altobelli,con la partecipazione straordinaria dei Verdi, la seconda riconducibile a Pittella , Margiotta ,socialisti, con la partecipazione straordinaria di Santarsiero, almeno a giudicare dai nomi messi in lista.
Né maggiore senso di unità hanno mostrato i partiti del centrodestra, con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che hanno presentato proprie liste. E qui la Lega sembra sia un passo avanti alle altre due liste per via del fatto che ha più consiglieri di peso, nel senso letterale della parola e cioè che esprimono un voto ponderato più alto in rappresentanza del Comune capoluogo. Come si sa in queste elezioni c’è una rappresentanza in base alla popolazione e, per fare un esempio un comune al di sotto dei 3000 abitanti porta un indice di ponderazione di 34x mille mentre un comune tra trentamila e centomila ( è il caso di potenza) viene calcolato con un indice di ponderazione pari a 535 per mille. La lista della Lega è composta da sei nominativi, quella di Forza Italia da dieci, quella di fratelli da sei. Ma indipendentemente dal numero dei componenti, quello che conta è il valore del voto che ognuno esprime.
Grosso modo, all’esame della presentazione delle liste,i due schieramenti sembrano avere pari possibilità di affermarsi, o quanto meno di arrivare appaiati. Questo è almeno quello che spera Polese che è riuscito, come prezzemolo in ogni minestra, a insinuarsi anche in questa competizione, con una lista che raccoglie un po’ di forze centriste, Mollica,Scaglione. Dovesse risultare indispensabile alla vittoria della destra, ci sarebbe da prefigurare un cambio di scenario che va al di là delle stesse elezioni provinciali. Rocco Rosa