Ci ha già provato una volta Giuseppe Conte ad entrare nei verdi europei con lo scopo recondito di aggirare il veto italiano che il segretario Bonelli gli ha posto. Forse a irrigidire la posizione di Europa Verde è stato proprio il tentativo subdolo dell’ex Premier di passare sulla testa del movimento ambientalista italiano interloquendo direttamente con il gruppo Europeo. Ma quel primo tentativo gli è andato male . E il secondo , avanzato nella scorsa settimana con un colloquio con il capogruppo dei verdi europei, Philippe Lamberts, non gli è andato meglio. Dice un comunicato firmato da quest’ultimo: I Verdi/Ale sono stati contattati dal Movimento 5 Stelle per discutere un possibile riavvicinamento. In questa fase non è stato preso alcun impegno per alcun tipo di futura cooperazione nel Parlamento europeo, ma le discussioni rimangono aperte. Qualsiasi possibile decisione di aderire ai Verdi sarà presa dal Gruppo al momento opportuno”
Eppure, nonostante queste porte chiuse,la distanza in Italia tra le dei componenti di sinistra non sembra incolmabile e sono molte le forze interne ai due movimenti a lavorare per un riavvicinamento. La strategia Conte è di allargare la sua influenza alle componenti minori del centrosinistra, togliendo al Pd il ruolo che ha sempre avuto in questi anni di aggregatore dello schieramento alternativo al centro destra. Ma mentre il Pd aveva l’accortezza di non fagocitare le forze minori, limitandosi ad un coinvolgimento nelle decisioni strategiche, Giuseppe Conte invece punta dichiaratamente ad egemonizzare le forse minori, nel tentativo di stabilizzare la sua leadership nello schieramento di sinistra,
Aiuterebbe questa strategia la vittoria di Bonaccini alle primarie del Pd, premessa e condizione di una politica riformista che andrebbe a rinforzare la componente di centro, fino al punto di giocare sullo stesso campo di Renzi e Calenda ma con maggiore credibilità e migliori possibilità di riuscire a coinvolgere i moderati italiani . C’è solo da augurarsi che il ritorno in casa dei Dalemiani non riproponga quel dualismo concorrenziale che tanto danno ha prodotto alla credibilità del Pd , facendone un soggetto politico eternamente in fibrillazione.
In definitiva , la vecchia tattica di differenziare , diversificare e ampliare l’offerta politica nel centro e nella sinistra e , contemporaneamente, di costruire le condizioni per andare uniti alle politiche , appare sicuramente una strada vincente. La destra lo ha dimostrato ampiamente in questi anni. Rocco Rosa