È in questa relazione che in questi giorni ogni elemento sembra dare il meglio di sé. Il clima, sempre con maggiore frequenza, nelle sue espressioni naturali imperversa e mostra la propria forza producendo danni materiali enormi e inducendo paure fobie ed attese. La scienza, come è naturale che sia, visto che essa non è mai definitiva mostra di non avere posizione univoca sull’argomento, infatti si divide sulle cause che generano il fenomeno. Esistono studiosi che attribuiscono la causa all’attività umana, mentre altri ritengono che il tutto sia semplicemente a causa dei cicli della natura. Entrambe le posizioni espongono dati a proprio favore di tesi. La politica, che per mandato e definizione deve farsi carico di proporre e adottare soluzioni, in questo contesto anch’essa appare divisa. Ci sono forze politiche che sostengono la tesi che la causa sia attribuibile alle attività umane. ed altre che sostengono che il tutto sia riconducibile ai cicli della natura. Questa condizione di schema, purtroppo non è nuova si è già ripetuta con la pandemia, anche allora come ora sia la scienza che la politica si sono trovate a non avere visioni unanime (vaccini si / vaccini no), ed anche allora si generarono paure fobie ed attese. Questa uguale condizione ci permette di trarre oggi alcune considerazioni che mostrano come nelle soluzioni adottate allora è mancato il giusto equilibrio tra pragmatismo economico e ideologia scientifica. In ragione di questa ultima furono adottate soluzioni estreme sia sociali che economiche, vedi divieto di movimento e chiusura totale di attività, e come dicevamo prima, oggi constatiamo che furono scelte non equilibrate. Oggi, spinti emozionalmente dagli eventi che si stanno manifestando si rischia di cadere nello stesso errore, nel momento in cui la politica che deve decidere fa mancare il giusto equilibrio tra le possibili soluzioni e l’economia. Non è equilibrato sostenere la riduzione di emissioni in atmosfera, penalizzando l’economia, sapendo con certezza che l’atmosfera non ha confini e che la nostra riduzione, per quanto giusta, rappresenterebbe rispetto al totale una parte infinitesimale. Questo è un problema che come le equazioni a tre incognite non ha soluzione, nel nostro caso, clima-scienza-politica certamente non troveranno mai il giusto equilibrio sia nel contesto locale che globale.
IL CLIMA LA SCIENZA E LA POLITICA
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