IL MICROSCOPIO OSCURATO

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di Teri Volini

Pregiudizi ed eresie vecchie e nuove
Un tempo, quelle che oggi vengono definite indifferenziatamente fake si chiamavano eresie: il divieto di esprimere idee difformi da quelle canoniche attivava forme di controllo molto repressive e violente, di cui tanti/e fecero le salatissime spese.
Si era nel ‘600 quando Galileo ne fu una delle vittime illustri: la sua scoperta della centralità del sole appariva tanto smisuratamente assurda – e soprattutto destabilizzante le credenze correnti, confermate dalla religione e dalla cultura del tempo – da venire immediatamente rifiutata e bollata come eresia. Per non finire sul rogo, lo scienziato – fisico, astronomo, filosofo, matematico e accademico italiano – padre della scienza moderna, dovette ritrattare.
L’altra grande vittima fu Giordano Bruno: le sue opinioni, censurate e punite dalla Chiesa, valsero al filosofo “sacrilego” una morte orrenda: quella col fuoco, la bocca chiusa da un bavaglio di cuoio, la lingua inchiodata, perché non potesse parlare mentre veniva arso vivo a Roma a Campo dei Fiori. La sua colpa fu il voler ricercare a tutti i costi la verità. 

Costituzione e manipolazione
Nel 3° millennio simili orrori dovrebbero essere ormai scomparsi, grazie alla libertà d’espressione faticosamente conquistata, almeno nei paesi civilmente avanzati: invece, a tutt’oggi, la verità viene sopraffatta dalla menzogna, a causa di giri d’interesse e corruzione senza pari. In modi più raffinati e meno visibili rispetto ai roghi, viene impedita l’espressione di idee diverse da quelle ufficiali, nonostante quella libertà sia sancita dall’art 21 della Costituzione.
In un tempo in cui la quantità e velocizzazione delle notizie dovrebbe contribuire a far chiarezza su tutto, l’informazione viene manipolata: le segnalazioni più importanti vengono filtrate, mistificate e spesso capovolte, tanto da non riuscire a riconoscere la versione veritiera. L’unica difesa è una costante, corretta informazione, che non si limiti alle fonti ufficiali, sempre più colluse, e ne cerchi altre più indipendenti e oneste. https://www.talentilucani.it/anatomia-di-un-debunker/

Riguardo al Covid -19, ad esempio, considerando che la conoscenza dei dati statistici permette una visione più equilibrata della malattia, è stata fatta una ricerca specifica sulle epi/pandemie principali e altre cause di mortalità nel mondo su Talenti del 16 – 7 -20 E allora diamo i numerihttps://www.talentilucani.it/e-allora-diamo-i-numeri/ ‎
Il numero di morti – con riferimento all’Italia – è incerto per eccesso, non essendo stata operata la doverosa distinzione tra i morti per Covid-19 e quelli con il virus, ma deceduti a causa di altre patologie pregresse, spesso molto gravi, come cancro, diabete, ictus etc. specie tra gli anziani, fra i quali il 60,1% aveva 3 o più patologie pre-esistenti. Anche in seguito si è seguito questo procedimento, ed anzi la tendenza è stata di segnare i decessi come causati dal Corona Virus: il conteggio risulta così distorto in partenza, in senso accrescitivo: i motivi sono tutti da scandagliare.

Circolari ministeriali
Il calcolo corretto dei decessi indispensabile per determinare l’impatto reale del contagio, è stata ulteriormente vanificato da un altro grave evento: le mancate autopsie, che sono state di fatto impedite: “sconsigliate” da subito, rese poi impossibili dalle cremazioni, effettuate a tamburo battente (lo Stato poi ne ha mandato il conto ai familiari). Il 22 febbraio fu emessa una circolare ministeriale – Direzione Generale Prevenzione Sanitaria – uff. 4, Ministero Salute – a firma del segretario generale Ruocco, per Protezione civile, Comuni, Ordini dei medici e professioni infermieristico, farmacisti e Regioni: “Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati Covid 19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio”. Norme ribadite il 7 e 29 marzo, e incredibilmente ancora a maggio. Per evitare contagi? Ma il virus non sopravvive in un corpo morto: ha bisogno di cellule viventi per replicarsi!

Gli eretici del 3° millennio
I ricercatori Giulio Tarro e Stefano Montanari, (dapprima denigrati e screditati, le loro video-interviste più volte oscurate per l’indipendenza delle loro posizioni, ora seguiti da molti altri), avevano affermato che i morti reali da coronavirus erano di molto inferiori a quelli una normale influenza annuale. Ciò verrà in seguito affermato dalle statistiche ISTAT

https://www.facebook.com/notes/teri-volini/un-excursus-su-precedenti-epipandemie-e-altre-cause-di-alta-mortalità-a-livello-/10158710204234529/

L’assenza iniziale delle autopsie, da cui dipendeva la certezza delle reali cause dei decessi e la formulazione di diagnosi corrette con conseguenti terapie adeguate, s’incrocia con altri errori, che hanno causato molte vittime.

Terapie errate
I malati venivano intubati. Il dr.Montanari: “Come mai continuavano a dare loro ossigeno senza assicurarsi che l’aria arrivasse veramente ai polmoni? Il sangue carico di CO2, il rifiuto del metabolismo, va a negli alveoli polmonari, poi lo stesso sangue si carica dell’ossigeno che arriva: quando tu, medico, vedi che qualcosa non funziona e il paziente a cui dai ossigeno non migliora, te lo devi chiedere il motivo. Il sangue non arrivava perché si erano formati dei coaguli. Le zone con forte inquinamento atmosferico e gli eccessi di vaccinazione antinfluenzale – qui anche Tarro è d’accordo – avevano contribuito alla formazione di “tappi” che impedivano all’ossigeno di arrivare correttamente ai polmoni”. Non si trattava di polmonite interstiziale, ma di trombo-embolia polmonare: due diagnosi diverse, con terapie completamente differenti. Per inciso, sarebbero da approfondire altre due coincidenze: la forte rilevanza di vaccinazioni nelle zone rosse, specie nelle colpitissime residenze per anziani, e non ultimo, il pesante inquinamento, aggravato dalla già notevole presenza delle famigerate antenne 5G.

I trombi e l’azione infiammatoria
Fu Armand Trousseau a scoprire nel 1865 che nel sangue venoso si formano tantissimi trombi, tappi che chiudono e intasano i vasi sanguigni: l’attribuiva al cancro, oggi sappiamo che dipende anche dall’inquinamento, come quello estremo delle zone con maggior numero di vittime.
I ricercatori Gatti e Montanari studiano da tempo le trombosi polmonari: fotografano al microscopio elettronico i “tappi” e vedono come le nanoparticelle del Covid riescano a trasformare una glicoproteina in fibrina: lo scheletro su cui si posizionano i trombi. Già nel 2002 i due ricercatori avevano scoperto l’azione infiammatoria del Virus, che insieme agli elementi inquinanti, forma ancora più trombi.
Montanari: “Non saranno tutti morti per trombo-embolia polmonare, ma tanti di sicuro! In caso di trombo-embolia polmonare, si attiva un procedimento che tutti i medici devono conoscere: per impedire che i trombi si formino, si usa l’eparina, è un prodotto naturale e costa pure poco. Ma succede che i trombi si possano essere già formati: in questo caso servono dei prodotti come le urochinasi, che si possono usare a casa e si guarisce. Perché il medico non ha fatto quella diagnosi? Eppure la trombo-embolia polmonare si conosce bene, essendo la terza causa di morte per malattie cardio-vascolari.”

Paradossi
Ben conoscendo l’importanza delle autopsie, in aprile Montanari e Gatti si accordano con l’ospedale Giovanni XXIII° di Bergamo – nella morsa del virus – e consigliano di fare autopsie mirate, dicendosi disponibili ad analizzare i reperti; lì c’è anche un medico che le vuole fare, l’anestesista dr. Manera. Gli altri medici temono d’infettarsi: “Ma non ci s’infetta da un cadavere! Comunque per farli stare tranquilli, abbiamo regalato all’ospedale un apparecchio che avevamo noi per non respirare le nanoparticelle: un casco con un tubo collegato a una pompa esterna, in totale isolamento. La fatica che abbiamo dovuto fare per regalarglielo e per recapitarglielo! Abbiamo chiesto a polizia, protezione civile, Croce Rossa, poi finalmente una crocerossina riesce a portarlo a Bergamo con un camion di una ditta di Bolzano. L’ospedale di Bergamo ha ricevuto un milioni e donazioni: noi facciamo le analisi a nostre spese”.
Dott. Manera su YouTube:  https://www.youtube.com/watch?v=vnV3gIsprpQ

Premio Heros of Humanity e fabbrica del fango
Montanari: “La prima cosa è liberarsi dalla zavorra anticulturale: ci hanno dato ad intendere delle cose che non stanno né in cielo né in terra, dal punto di vista medico, biologico, epidemiologico”. Mentre in Italia vengono ostracizzati, e non ricevono alcuna sovvenzione per loro ricerche indipendenti, nonostante il loro laboratorio Nanodiagnostics sia tra i cento laboratori di punta a livello continentale, i due scienziati ricevono dal Word Boxing Council, associazione sportiva con sede in Messico, il riconoscimento Heros of Humanity, per le recenti scoperte sulle cause dei decessi Covid e per le precedenti ricerche: un premio mondiale, solo 4 in Europa.
Dopo un paio di giorni, inizia la fabbrica del fango: un sito di debunker, tale Butac, (bufale tanto al chilo) si prende la briga di scrivere al WBC, protestando perché “il premio “non è stato dato da un consesso scientifico”, e coinvolgendo in un’infame azione demolitiva anche altri, tra cui una persona che in precedenza aveva brigato per portato via il microscopio elettronico ai due ricercatori, poi condannata dal tribunale di Reggio Emilia a pagare un risarcimento ogni volta che, per utilizzarlo, quelli erano costretti a fare centinaia di Km. per andare nella città dove l’avevano depositato, inutilizzato. Il WBC, in imbarazzo, chiede una verifica, ma lo scienziato dichiara che “in un regime buffo e tragico” non ce la fa a star dietro a tali miserie, a perdere il suo tempo “con personaggi disturbati mentalmente”, e ricorda come le sue interviste vengano regolarmente oscurate, e come essi siano costretti a fare ricerca senza sovvenzioni, e molto altro. “Ho lavorato 20 anni sulla tromboembolia polmonare: nessun premio certifica o annulla quello che ho fatto”. Poi: “succedono cose curiose: hanno clonato il mio sito, dove, scrivendo a nome mio, fanno intendere che io usi i soldi per le vacanze; anche pay pal mette i bastoni fra le ruote, bloccandoci le donazioni: ma fare le ricerche costa! Siamo alla farsa e al grottesco”. https://www.youtube.com/watch?v=JjMaru-LivU

La storia dei microscopi “oscurati”: una folle farsa
Un primo microscopio elettronico a scansione ambientale era stato tolto ai ricercatori, per impedirne gli studi. indipendenti, ad es. sulle polveri sottili (inceneritori etc.) e sui vaccini, argomenti che sottintendono pesanti zavorre d’interessi miliardari e conflitti d’interesse, e non tollerano intralci…
Montanari: “A questo punto entra in gioco Beppe Grillo, proponendomi una raccolta fondi per ricompraRne uno: in cambio, dovevo andare con lui ai suoi spettacoli, dov’ero presentato come il più grande scienziato del mondo”… Si raccolgono 378.000 euro e: “ Si compra il microscopio: Grillo disse che bisognava intestarlo ad una ONLUS: da bravo pollo io lo feci, ma dopo un po’ una raccomandata mi intima di lasciarglielo.
L’hanno portato all’Università di Urbino, dove il preside di facoltà disse che serviva per delle ricerche straordinarie sugli armadilli: questo mentre noi stavamo facendo ricerche sul cancro infantile. Rimase chiuso ad Urbino per 18 mesi, poi i donatori si risentirono e l’hanno portato a Pesaro, dove lo hanno tenuto chiuso per diversi mesi: poi un giudice stabilì che lo potevamo usare una volta alla settimana, costringendoci così a fare ogni volta 200 km per lavorarci”.
In seguito c’è stata un’altra raccolta fondi autonoma e l’hanno potuto ricomprare: Montanari ne parla nel libro Il Grillo mannaro: “Un editore, a cui era piaciuto, non l’ha poi pubblicato, perché “voleva fare carriera politica”; un altro l’ha stampato, ma non veniva distribuito: allora ho deciso di pubblicarlo gratis sul mio sito, e racconto di Grillo e del microscopio che ci ha fatto portare via”.
https://www.stefanomontanari.net/il-grillo-mannaro/

Nemmeno al tempo delle “sante” inquisizioni, avevano osato sequestrare a Galileo il suo strumento di lavoro, in quel caso, il telescopio!

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Sull' Autore

Pittora, incisora, performer land artista, designer, ricercatrice, poeta, portatrice di memoria, linguista, conferenziera... ha esposto dagli anni '80 le magiche suggestioni de La Montagna Stregata – ispirata alle piccole dolomiti lucane di cui è originaria – seguita da diversi cicli di Opere pittoriche, presenti in oltre 90 mostre personali in sedi regionali, nazionali ed estere, come Potenza, Milano, Zurigo, Winterthur, Nizza, New York, Arles en Provence, Canterbury... con notevoli riscontri di critica e pubblico, ed in numerose collettive, con pubblicazioni, premi e riconoscimenti. Tramite i diversi linguaggi espressivi - pittura, scultura, poesia, installazioni, performances, azioni simboliche, video, manifesti d’artista, ricerche, conferenze, articoli, incontri mirati con le giovani generazioni e la società civile - l'Artista biofila si fa promotrice di un nuovo rispetto per il pianeta, percepito non come un oggetto da dominare e sfruttare, ma come Terra Madre, generatrice e nutrice di tutti i viventi. Presidente del Centro d’Arte e Cultura Delta di Potenza, ha al suo attivo un sito web e un blog, due raccolte poetiche, una trentina di ebook, pubblicazioni su diverse testate a livello regionale e nazionale, la collaborazione in free lance con La Grande Lucania, Il Lucano, Il Capricorno, Talenti Lucani, Valori... Canta nella donna il valore femminile originario, sottolineandone sacralità, bellezza e magia nell’esuberante creatività e nella corrispondente ciclicità con la Natura: l'una e l'altra essendo portatrici e nutrici di vita. Preconizza un tempo in cui l'arte e la vita siano coincidenti ed in cui sia possibile riconquistare l'incanto gioioso di fronte alla bellezza e al mistero della vita sulla terra.

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