IL PIANO COLAO, UN RICETTARIO DI BUONI PROPOSITI

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Diciamolo subito, il piano Colao è un ricettario, un elenco di priorità e di buoni propositi che la Politica dovrà eventualmente implementare con gli strumenti della programmazione e la responsabilità delle scelte.

Scelte che si potranno compiere nel bene dei cittadini solo e soltanto se tutta la classe dirigente  prende coscienza del fatto che siamo ad un punto di non ritorno e che l’occasione per riformare il Paese non può essere trascurata a beneficio di perenni campagne elettorali e lotte tra clan a difesa di interessi di gruppi diversi. Ma veniamo con ordine. Il governo Conte, a un certo punto, chiede al manager Colao e a un nugolo di esperti di economia, di ripensare a un modello di sviluppo per il paese consapevole del fatto che l’emergenza Covid-19 avrebbe portato alla luce limiti e lacune di un’economia che è forte sulla carta ma che in realtà in concreto si è dimostrata più vulnerabile di quello che si potesse immaginare. Il piano redatto in oltre 100 punti, essendo scritto da manager di grandi industrie, ovviamente, ha come punto centrale l’impresa e il mercato e non milioni di donne e di uomini cui il piano dedica solo piccoli incisi qua e la, implementati dal punto di vista dei contenuti – per lo più sul proseguimento della cassa integrazione – dai sindacati presenti al tavolo degli Stati Generali voluti dal premier Conte. Ciononostante, a grandi linee, il piano presenta alcuni spunti interessanti che potrebbero oggettivamente rappresentare un buon presupposto per traghettare il Paese verso un salto di qualità che, evidentemente, la politica da sola non è stata capace di pensare. Il limite però di tutto il piano è che non sembra essere contestualizzato nella realtà Italiana, cosa che lo fa sembrare più un ottimo piano di marketing strategico che una proposta realizzabile concretamente. Il vulnus sembrerebbe essere quello di aver voluto ripensare all’Italia attraverso gli occhi di grandi manager economicamente soddisfatti, senza, prima, rassicurare gli Italiani rispetto alle preoccupazioni generate dalla scarse fiducia verso lo Stato, alimentata – se fosse possibile – da costante bombardamento mediatico ad opera di leader politici impegnati a inoculare pensieri nefasti sul futuro del Paese, dell’Europa e dell’economia mondiale al solo scopo propagandistico. Certo che le condizioni politiche in cui versa il Paese non possono definirsi soddisfacenti, ma la consapevolezza di essere comunque un popolo che sa fare quando lo si lascia fare, dovrebbe prevalere su tutto il resto. Ma tant’è.

Ci aspettavamo però in premessa, per evitare fraintendimenti sugli obiettivi del piano stesso, che Colao consegnasse una fotografia reale sulle condizioni economiche dei cittadini italiani, prima ancora di considerarli parte di un piano che li vede protagonisti loro malgrado. Soprattutto in considerazione del capitolo sui risparmi e investimenti da cui non si analizzano le ragioni per cui gli italiani sono sempre più portati al risparmio che agli investimenti per tutelare il loro futuro e quello dei propri figli. Probabilmente sfugge giacché la considerazione che i cittadini hanno dello Stato e della politica, tanto negativa da preferire risparmiare piuttosto che investire o, al limite, investire in case e beni durevoli, risparmi e piccoli investimenti senza rischio alcuno.

Una visione totalmente opposta a quella di chi giudica i risparmi come limite alla crescita; per questo, per individuare le priorità su cui intervenire, qualcuno avrebbe voluto affiancare agli esperti di economia anche qualche rappresentante di categoria tipo associazioni genitori, piccole partite iva, oppure associazioni di contribuenti. In questo caso, il piano di sviluppo redatto sarebbe stato maggiormente contestualizzato. A maggior ragione se le “iniziative per il rilancio Italia 2020 – 2022” sono pensate per essere esclusivamente “pareri consultivi a servizio del Governo come elemento da tenere in considerazione nell’elaborazione di una strategia politica ed economica per il nostro Paese”. Come direbbe McLuhan, il problema è nel medium e quello di cui non si tiene conto è la variabile tempo giacché l’Italia non è in grado di adottare, nel medio breve periodo, alcuna strategia di rilancio. Al netto della lettura che va approfondita punto per punto e che non è il caso di fare in questo articolo, nella visione strategica di Colao, c’è molto spazio dedicato al turismo, molto meno per quel che riguarda la cultura spesso scissa dal turismo ma che in Italia, ma soprattutto per la Basilicata, è parte l’uno dell’altra. Come al solito sembra mancare il coraggio e la consapevolezza di vivere in un Paese che dovrebbe sfruttare maggiormente il binomio Cultura e Turismo come asset principali del paese. Piuttosto che immaginare il solo 5G come strumento di sviluppo infrastrutturale, andrebbero pensate infrastrutture viarie e di collegamento maggiormente accessibile, associate a incentivi reali su mobilità elettrica e risparmio energetico per affrontare da subito il tema della transizione energetica , abbandonando definitivamente politiche fossili care a chi ancora ritiene che sia possibile continuare su questa strada inquinante e distruttiva. Nel dettaglio, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, passerebbe attraverso il sostegno di capitali privati, la riforma di modelli di gestione pensati per gli enti artistici e culturali, il potenziamento delle competenze museali e quello del potenziamento delle competenze d’artigianato specialistico. Nessun riferimento al mondo dell’imprenditoria culturale né su misure per favorire il consumo culturale, né su strumenti dedicati alle risorse umane impiegate nel variegato sistema culturale richiamati genericamente all’inizio del testo alla voce “riforma fiscale”. Il capitolo “Imprese e Lavoro” è quello più corposo che varia dalla riduzione temporanea del costo degli interventi organizzativi fino alla definizione di un codice etico per lo smart working. Rinnovo dei contratti a tempo determinato per tutto il 2020, compensazioni fiscali e rinvio pagamenti imposte, promozione di un codice di comportamento per il pagamento rapido dei fornitori per favorire liquidità (non obbligatorio), accesso alla liquidità per imprese in crisi, rinegoziazione dei contratti di locazione, con ripartizione del rischio tra locatore e conduttore, disincentivo al ricorso alle procedure concorsuali come concordato preventivo e fallimento che cagionano il congelamento immediato ex lege dell’indebitamento con il divieto di eseguire pagamenti ai creditori, incentivi alla capitalizzazione delle imprese e semplificazione delle procedure di aumento di capitale, investimenti nelle PMI, ecc. Tutte cose che in un Paese normale non dovrebbero essere considerate straordinarie. Non manca il passaggio a pagamenti elettronici che però va approfondito alla luce dei costi che si sostengono sui pagamenti elettronici penalizzanti e non incentivanti. Ma soprattutto, gli Italiani, vanno rassicurati sul perché lo Stato insiste su strategie di controllo del contante da un lato, mentre non riesce a mettere in campo una reale strategia di contrasto all’usura e all’evasione in capo alle organizzazioni malavitose, oppure, sul perché insiste a tassare il denaro dei risparmiatori dopo averlo già tassato alla fonte, continuando a farlo se lo si deposita in banca o lo si preleva in contanti per enne motivi. Nel piano si parla anche di “voluntary disclosure” sul contante che appare più come un condono sui capitali sottratti al fisco che altro. Nessun riferimento all’eccessivo peso fiscale, diventato insostenibile per le piccole e medie imprese né alcun indirizzo sulla tutela dei lavoratori autonomi e partite iva, nessun disincentivo all’inquinamento e alla corruzione. Il Piano così proposto passa nelle mani del Governo che ha il compito di implementare tutti i punti calandolo nella realtà del paese attraverso la mediazione del Parlamento, delle parti sociali e datoriali con l’auspicio che tutto si declini nell’interesse dei cittadini e non solo dei mercati finanziari. Giuseppe Digilio

Di seguito le altre misure inserite nel Piano Colao, in sintesi:

Infrastrutture e Ambiente: Realizzazione di infrastrutture strategiche (telecomunicazioni, energia, salvaguardia ambiente, trasporto e logistica…), creazione di un’Unità di presidio presso la Presidenza del Consiglio che si occupi della rapida esecuzione degli investimenti, abrogazione del Codice dei contratti pubblici e approvazione di un nuovo codice appalti basato sui principi delle Direttive europee e che si applichi alle infrastrutture di interesse strategico, semplificazione PA (vietare documenti specifici se già vale l’autocertificazione, introdurre la formazione telematica del documento che provi la formazione del silenzio-assenso…), semplificazione delle procedure per l’autorizzazione di progetti di investimenti in settori come autostrade, idroelettrico, geotermico, sviluppo di un Piano Fibra Nazionale, installazione di rete firba in tutti gli edifici della PA per agevolare l’accesso ai srvizi digitali, smart working e accesso universale a Dati della PA, sviluppo reti 5G, voucher per la connessione alla banda ultra-larga domestica alle famiglie meno abbienti, per ridurre il digital divide, sblocco e accelerazione degli investimenti in ambito energetico, piano a lungo termine di decarbonizzazione e con obiettivo carbon neutrality, finanziando lo sviluppo di nuove tecnologie per l’energia rinnovabile, favorire e incentivare progetti di economia circolare a livello aziendale, piano di investimento finalizzato ad aumentare e preservare le aree verdi, il territorio e valorizzare la biodiversità.                  

Piano Nazionale della Mobilità per un parco mezzi a basso impatto (ibrido, elettrico ecc), piano intermodale per la logistica merci, inclusivo dei poli strategici del Sud Italia, investimenti in edilizia abitativa e sociale, con interventi di ammodernamento ed ecosostenibilità.

Turismo, Arte e Cultura, brand del Paese. Ripartizione del rischio tra locatore e conduttore nella forma di presunzione o, in alternativa, incentivazione della rinegoziazione dei canoni commerciali tramite riduzione IMU e TARI), creazione del Presidio Turismo Italia per sviluppo di un piano strategico che coordini tutti gli attori coinvolti, dai Ministeri agli operatori, piano comunicazione Turismo Italia (ossia avviare un’attività di PR e Reputation per la gestione dell’immagine dell’Italia), finanziamenti a tasso ridotto e crediti fiscali per la riqualificazione delle strutture ricettive, contributi a fondo perduto, credito di imposta e riduzione del cuneo fiscale a sostegno delle reti di imprese, revisione degli standard di qualità per gli alberghi e ridefinizione del meccanismo per l’attribuzione delle Stelle, valorizzazione del potenziale inespresso della ricchezza culturale, ambientale e artistica dell’Italia, incentivando la candidatura di nuove città a Città Creative riconosciute dall’UNESCO, miglioramento dell’accessibilità del turismo, tramite sviluppo dell’alta velocità e potenziamento delle infrastrutture, più risorse per la formazione nel comparto turistico, attrazione capitali privati (incentivi fiscali per la creazione di veicoli diImpact-investing, potenziamento dell’Art bonus…), potenziamento di competenze specifiche in ambito museale e di artigianato specialistico.

P.A. alleata di cittadini e imprese: Responsabilità dirigenziale, maggiore uso dell’autocertificazione, e-Procurement, incentivazione della digitalizzazione della PA, turnover e formazione continua, piano di Digital Health nazionale.

Istruzione, Ricerca e Competenze, modernizzazione del sistema della Ricerca, individuazione di poli di eccellenza scientifica, supporto ai ricercatori, spinta alla formazione su nuove competenze, partnership per upskilling, istituzione del diritto alla competenze, inclusione, studenti con disabilità, istruzione terziaria professionalizzante, formazione ordini professionali

Diritti sociali: Istituzione di presidi di welfare di prossimità, supporto psicologico alle famiglie, organizzazioni di cittadinanza attiva, servizi Territoriali sociosanitari, politiche del lavoro per le persone con disabilità, sostegno e sviluppo dell’occupazione femminile, sostegno economico per le donne vittime di violenza, valutazione di Impatto di genere (VIG), conciliazione dei tempi di vita e sostegno alla genitorialità, interventi per le donne vittime di violenza. Fondo di contrasto alla povertà alimentare minorile, estensione del Servizio Civile a un maggior numero di partecipanti (con maggiore focus sulle attività e servizi per ridurre il digital divide dei bambini e delle famiglie più povere), assistenza alle persone anziane e con disabilità.

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