Se sono vere le notizie che circolano, anche questo è un inedito, frutto di una legge elettorale regionale che , prevedendo la sostituzione, con il primo dei non eletti, del consigliere che diventa assessore, ha di fatto sancito l’inamovibilità di una giunta , per via del fatto che andare verso l’esecutivo è semplice, tornare è complicato e lascia scontenti sul terreno. Così che questa maggioranza che sorregge Bardi ne ha pensata un’altra, anche questa inedita e destinata a fare scuola di casta, se così si può dire: e cioè avrebbe notificato a Bardi che ogni soluzione per la Giunta deve tener conto della situazione esistente in consiglio, fra eletti e sostituti, perché entrambi sono espressione della volontà popolare. Quindi si può giostrare all’interno della rosa allargata fra eletti e subentranti, ma non stravolgere questo equilibrio raggiunto. In soldoni, niente assessori esterni, né quelli nuovi, né quello esistente, e cioè il solo Gianni Rosa, risultato non eletto, ancorchè i suoi voti , pur non risultando sufficienti per la sua elezione, hanno contribuito comunque a dare una rappresentanza del partito in Consiglio. Quindi , giustificare questa richiesta come un rispetto del voto, è segno di confusione mentale. Insomma siamo in presenza di una sorta di mozione difensiva dello status quo, con un evidente pregiudizio del campo di azione assegnato dalla legge al presidente eletto della Regione. Se Bardi accetta questo consiglio, che rassomiglia più ad un diktat che ad un suggerimento, i suoi margini di azione sono limitatissimi e si riducono praticamente all’unico gesto che non vorrebbe fare e cioè privarsi del suo fedele assessore –collaboratore, Rosa , che ha fatto del suo rapporto col Presidente un punto di forza indiscutibile. Applicando questo criterio alla situazione in atto, l’eventuale assessore in rappresentanza dei fratelli d’Italia dovrebbe essere Baldassarre( Ex Idea), cui subentrerebbe Ioia, anche lui passato nelle fila della Meloni. Questa operazione vedrebbe svantaggiata la posizione di Quarto come candidato assessore perché la cosa darebbe il via libera ad una sostituzione non sicura per la tenuta della maggioranza, giacchè nella lista del presidente Bardi c’erano esponenti di estrazione diversa. La stessa difficoltà incontra Vizziello, per i motivi opposti, e cioè che entrando in Giunta darebbe il via ad una presenza che è di Fratelli d’Italia ( e cioè Latronico) e questo non fa il gioco della nuova squadra leghista. Per Quarto o per Vizziello, la sola possibilità di non alterare i numeri sarebbe quella di una eventuale Presidenza del Consiglio, ma se per il secondo va bene, per il primo significa che F:lli d’Italia non sarebbe rappresentata nell’esecutivo. Per il resto, applicando questa regola non scritta ma che inaugura una nuova prassi destinata ad essere riproposta in seguito, all’insegna del chi c’è c’è e chi non c’è resta fuori, gli eventuali cambi di posto nella Lega e in Forza Italia,potrebbero essere fatti a somma zero tra chi entra in giunta e chi resta o rientra in Consiglio. Il tutto però offre il destro a Bardi per limitare al minimo il rimpasto, cambiando solo le deleghe ma mantenendo l’assetto esistente. E dovrà inventarsi qualcosa per non lasciare il solo Rosa a terra.
IL RIMPASTO, UN BALLO IN FAMIGLIA
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