by Giancarlo Vainieri*
La “contro-inaugurazione” dell’Ospedale di Melfi e la sanità del Vulture.Tante domande per voltare pagina. Finalmente i nuovi ambienti dell’Ospedale di Melfi sono stati inaugurati ,pur senza il contestuale avvio dei nuovi servizi offerti. Ci sono voluti diciotto anni, da quel lontano maggio 2004, quando gli uffici e la direzione del tempo consegnarono i lavori.Dopo un anno e mezzo di accelerate progettazioni e di svolgimento della gara. Un fatto che però un ardito funzionario della Ragioneria di Stato, “giunto nell’Asl 1 alla ricerca affannosa di addebbiti ,segnalò come appalto “gravato da lungaggini e ritardi!..Mah! Cosa attesterebbe ora? Certo l’apertura di nuovi spazi è un segno positivo e significativo per tutti .Anche per chi ha sostenuto e sollecitato la restituzione delle opere finite alla comunita ospedaliera ,ed ai suoi cittadini -utenti, con un volto nuovo del presidio di Melfi. Ma tante sono le domande che richiederebbero una “contro-inaugurazione”come accadeva nel ’68 con la contestazione dei simulacri del potere.. Cosa si è fatto e perché è trascorso tutto questo tempo, in continue revisioni successive alla consegna ,che hanno riportato sostanzialmente le opere alle previsioni del progetto iniziale? Tanto per capire e documentare una storia ed una lunga parentesi ,non proprio esaltante , nella realizzazione di una cosi rilevante opera pubblica. Forse è giusto che si alzi la voce e pretendere di piu dai decisori e dai politici !. Ora cosa si fa con questi nuovi ambienti ,pensati e collegati ,nei primi anni 2000, ad un completo riassetto dell’Ospedale? In realta questi spazi non si pensarono come un primo tassello di altri momenti da rinviare ad improbabili progetti.Erano strutture concepite come un “unicum” di ambienti operatori ,di degenze e di servizi centrali; il cuore dell’Ospedale sede di Pronto Soccorso attivo, gia dotatp di moduli ed unita operative di chirurgia di urgenza e di elezione e di medicina di urgenza oltre che di reparto internistico generale. C’è oggi un nuovo modello di ospedale per riprendere un cammino operoso,sperimentato in tempi e fasi precedenti ? C’è un cronoprogramma delle cose da fare? E’ troppo pretendere trasparenza e controllo delle istanze politiche locali? C’è una nuova e ritrovata attrattivita dei servizi sanitari del Vulture? Tanti pazienti,come si evince dai dati della mobilità passiva, prediligono sistemi sanitari posti altrove, perche disillusi od eslusi ,senza risposte adeguate. E’ diffusa l’ impressione che manchi un impulso nuovo ed una ripresa forte dell’intero sistema di cure nell’area del Vulture,ridotto e regredito negli anni in termini di innovazione tecnologica , di accessibilità ,di uso dellla telemedicina e di contatto proattivo con i pazienti e la medicina territoriale. Ci sono spunti che fanno sperare ? Ci sono risposte e scelte tempestive? Invece di crescere il servizio ospedaliero ha perso pezzi essenziali. E’ noto a tutti che la RMN,non gia manutenzionata negli anni , ora segue una lunga procedura di sostituzione. A proposito c’è una precisa tempistica per fornirla ed installarla? L’Ospedale S. Giovanni di Dio dovrebbe rimeditare,’ruminare’, passo-passo, la propria missione, quello che ha sempre fatto, tra successi ed insuccessi ..Un sedimento di vite,di storie, di famiglie professionali che l’hanno attraversato ed animato.. Nel tempo lungo dagli anni ’30 con il terremoto,nel dopoguerra,e con il sisma ’80 che mise a dura prova la sua nuova sede. .Fino ai giorni nostri con la destinazione a sede di Pronto soccorso attivo (PSA) ,confermata in attuazione del Piano sanitario del 97 con decisione assunta dall’Asl di Venosa nel 2001 sotto la mia direzione . Il Psa di Melfi operava nel Presidio unificato con Venosa e Pescopagano che funzionava con precise distinzioni interne..Eccome se funzionava!. Tante domande insorgono! E’ stata una buona misura accorpare nel 2017 l’Ospedale di Melfi all’Azienda San Carlo? Il senso delle cose ed i dati suggeriscono di no !Con l’ulteriore criticità di un S.Carlo che rischia di affievolire la sua delicatissima fonzione di ospedale ad alta specializzazione e di presidio- policlinico ,un modello ancora tutto da costruire ,seguendo prototipi virtuosi nel Sud come quelli dei Policlinici di Bari e di Foggia. Il restyling dell’ospedale di Melfi puo avere un senso se riprende, insieme al ruolo di presidio di Psa legato al DEA di Potenza, la funzione di ospedale rafforzato del territorio,dialogando con la rete delle altre strutture ospedaliere del Vulture. In una rinnovata versione di Presidio unificato con Venosa e Pescopagano. Crescendo con altri reparti che si possono aggiungere a quelli della emergenza-urgenza ,interpretando il nuovo fabbisogno di salute delle realta locali . In una regione piccola si possono affermare modelli tarati sulla dimensione piu minuta,non sul gigantismo..E’ la lezione dell ‘Ircss di Rionero, dell’Oculistica di Venosa,decollata nel 2001,ora di rilievo regionale..Cose fatte bene ,da consolidare sempre! .Cosi si attende l’avvio vero della medicina delle cure primarie, con il Distretto di Melfi da non disattivare e con i servizi territoriali, tra i quali la nuova “casa della salute”,l’apertura delle strutture H 24 , la medicina associativa dei professionisti di base.. Una “continuita assistenziale” nuova ,rafforzata e strutturata ‘a scorrimento’ ospedale- territorio, con le dimissioni protette,i percorsi diagnostico-terapeutici, la medicina d’iniziativa e rafforzando le strutture intermedie tra domicilio, luoghi di vita e ospedalieri. Quando,come e con chi inizia questo nuovo processo assistenziale, di cui sono artefici i dirigenti e le comunita professionali piu vaste? Da dove riprendere? Da una revisione dell’esistente, partecipata dai Comuni e dai “mondi vitali! del sociale.Un esame ’punto-punto’di ciascun servizio ospedaliero e dell’insieme della rete ,rivedendo le criticita assistenziali ,con la diretta e rilevante responsabilità delle Unita operative e dei Dipartimenti e dei loro dirigenti ed operatori. Punti di attacco: la carenza e la riassegnazione di personale,il sotto-utilizzo delle apparecchiature e degli ambulatori,il ridotto funzionamento delle sale operatorie,la ridefinizione degli obiettivi assistenziali,la revisione del budget e delle priorita aziendali.Ecco, una “controinaugurazione”dell’Ospedale di Melfi e del Vulture!.Si puo fare.
*Ex Direttore Generale Asl 1 Venosa