
ANNA MARIA SCARNATO
Oggi ci è stata data notizia che i poveri in Basilicata sono aumentati. Non che non si immaginasse o non si toccasse per mano poichè le richieste di aiuto della gente più in difficoltà erano ben visibili dalla loro presenza nei centri di aiuto come le Caritas, la Croce Rossa, i servizi sociali locali, ma si era quasi persuasi che il disagio interessasse solo immigrati e persone disoccupate o monoreddito, anziani, che faticano a far fronte a ciò che serve per campare. Non sono diretti alle fasce più deboli, alle famiglie numerose, tutti i fondi in bonus annunciati dal governo, condannando lo sperpero finanziario prodotto dal 110 voluto dal M5S e riducendo tale quota partecipativa statale al 90, al 70 e 65 per chi non completa i lavori entro l’anno, il tutto in favore dei meno abbienti? Non basta evidentemente ciò che si vuole vendere in propaganda elettorale, un prodotto che non è neanche una goccia per la sete e la fame umana. La povertà in Basilicata segna numeri sempre più alti. Eppure Bardi annuncia, dopo il gas gratuito ai lucani, dopo la possibilità anche ai non metanizzati di beneficiare di contributi per l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici, pompe di calore per la produzione di energia elettrica e termica, anche benefici sulla fruizione dell’acqua. E dopo aver “creato la luce e il sole“ per riscaldare solo i possessori di unità abitative e aver lasciato gli altri al freddo, pensa di concedere un altro bonus nella bolletta dell’acqua per gli “assetati”, un piccolo miracolo di “Cana”, considerato, secondo quanto annunciato, il risanamento finanziario di Acquedotto lucano. Ecco come chi governa pensa di aiutare i poveri apparentemente “dando le risorse lucane” ai residenti in Regione, ma la gestione e i profitti alle società che le vogliono sfruttare e al governo centrale tutte le decisioni da padrone. L’Autonomia differenziata lascia ai lucani solo briciole da consumare se si hanno i requisiti “per sedersi a tavola”, se si ha un reddito ISEE da fame. Poveri alla mercè di un potere che noi lucani non dovremmo riconoscere, un potere che sembra dare quando invece toglie e “ruba” cedendo i nostri beni. Anche la terra e il sottosuolo è soggetto agli indirizzi romani. Eppure il governatore, che si ripropone alla guida di questa Regione, dirà tra poco che la terra è dei Lucani, che ama i Lucani e che la gestione dei servizi, sanitari e amministrativi è meglio farli gestire dai Campani. No, forse a questo non arriverà perché è sotto gli occhi di tutti la difficoltà della popolazione ad essere curata negli ospedali. Anche la Salute non ci appartiene. Sorgono come funghi strutture diagnostiche sanitarie alle quali ci si può rivolgere se si hanno possibilità economiche o se si decide di non mangiare per curarsi a pagamento. Dov’è la diminuzione della povertà? Oggi, 19 Novembre, davanti ai 70 supermercati regionali, che hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione per la colletta alimentare, tanti i volontari che, più delle istituzioni impegnate a propagandare deliberazioni che fanno “acqua” da tutte le parti per il pubblico ed “acqua salvifica e redditizia” per il privato, sono impegnati a raccogliere generi alimentari a lunga conservazione per chi non ce la fa ad andare avanti. Coloro che pagano le tasse, le bollette care non per il consumo ma per il carico dovuto alle quote di gestione, che trovano prezzi alti nella spesa ogni giorno, rinunciando a tante cose, sono loro i poveri che, nonostante un monoreddito o una pensione sempre insufficiente, si sono aggiunti ai cosiddetti poveri “economici”, disoccupati, provvedono a sostenere i ricchi di questo Paese, gli stipendi dei governanti, dei burocrati, gli extra profitti delle banche, dell’abbigliamento della premier che ha abbandonato la moda casual e informale, di questi personaggi che ora saggiano anche il superfluo, che ora conoscono il lusso, senza vergognarsi per tanta povertà. I cittadini pagano l’esercizio del loro stile di vita. E quando sembra che legiferano per i “poveri”, in realtà già hanno provveduto per loro. Nel mio paese, Bernalda, viveva un signore che non aveva mai conosciuto il lavoro ma aveva una famiglia da mantenere. E furbamente, ai tempi in cui per vivere bastava poco, ”Patachic”, così si soprannominava, si recava nelle campagne e raccoglieva di tutto e di più. Tornava con sacchi di verdure e panieri di fichi, arance e ogni bene. Distribuiva ai vicini, “ai paesani”, ai Lucani, e qui era attento a specificarlo, “i frutti della terra”. Dava anche alla vicina dirimpettaia ciò di cui disponeva, aggiungendo quanto segue: ”mang ca t mang àrrobba toj t mang” ossia “mangia che tu stai mangiando la roba tua, stai mangiando”. La signora ci mise un po’ di tempo a comprendere quelle parole. Andò un giorno nella sua campagna ma non raccolse nulla. Gli alberi erano spogli di ogni frutto, lei e la famiglia, padroni di quelle risorse, davano da “mangiare” ad una persona che sembrava generosa con la roba d’altri. Basta con i vari “Patachic”, di chi dice di amare ma ama se stesso e la vita sempre in ascesa a cui non sa rinunciare. Che ci si renda accorti ai vari “Patachic” che pensano di campare sempre sulle spalle dei cittadini. Campagna della colletta alimentare……per partecipare alla raccolta di viveri per gli indigenti. Questa giornata ha tanto da testimoniare, la generosità della sensibilità popolare, il volontariato come forza sociale al servizio degli altri, la partecipazione della categoria commerciale aderente. Altro che cena benefica! E’ vero servizio all’altro. Quando si dà notizia che il re Carlo, per il suo compleanno, come da tradizione, va a visitare le RSA per anziani, offre cene di beneficenza ai poveri, mi viene una risata amara. Anche loro i reali vivono in un mondo fiabesco, che non conosce povertà. Vestono paramenti costosi, abitano in residenze da sogno, senza nascondere il loro benessere. Ma anche loro non pensano ai poveri quando si chinano verso di loro. E’ il popolo che, con il lavoro, le tasse, l’economia prodotta, mantiene i costi esosi della vita reale. Ristrutturazioni di residenze estive e invernali, serate di gala, viaggi e vacanze. I ricchi passano per benefattori e la popolazione paga i loro agi. La vita di chi non pensa realmente a chi ha bisogno è un falso da svelare, una commedia.