di ROCCO PESARINI
Che Potenza abbia delle potenzialità è un gioco di parole abbastanza facile e forse scontato, Ma questo è.
Piccola città a misura d’uomo dove si vive, qualora si abbia un discreto lavoro e un minimo di interessi e/o passioni, relativamente bene e, rispetto a tante altre realtà, decisamente meglio.
Arrivano sempre più attestazioni di apprezzamento per i suoi “angoli di bellezza”, per il centro storico, per il Ponte Musmeci, per il Parco Fluviale del Basento.
Da tempo in città ferve un dibattito – secondo me ancora abbastanza “timido” almeno nei contenuti – sulla Visione, su quello a cui la nostra città dovrebbe mirare ad essere.
Si dibatte di turismo, di cultura, di università in evoluzione.
Ma ormai qualsiasi discorso, dibattito, confronto vengano fatti e qualsiasi Piano più o meno operativo venga ideato, scritto, stilato, siamo giunti al cosiddetto “collo di bottiglia” che, tendenzialmente, coincide con l’adagio popolare “senza soldi non si cantano messe”.
La verità è che qualsiasi progetto che afferisce alla nostra città, sia esso turistico, culturale, accademico o infrastrutturale, necessita irrimediabilmente e banalmente di fondi, di risorse, di SOLDI.
Vogliamo puntare sul turismo? Ok. Ma servono investimenti. Investimenti degli operatori e dell’amministrazione cittadina da un lato, di tour operator ed imprenditori del settore “stanati” fuori e invogliati ad investire qui.
Vogliamo grandi eventi cui legare parte di quel turismo di cui sopra? Servono soldi! Le associazioni culturali continuano, nonostante le ulteriori difficoltà legate pure alla pandemia, a mettercela tutta. Ma occorrono investimenti, pubblici e privati, ed occorre un modo di agire imprenditoriale che non si limiti alla “sagra di qualche cosa” ma che operi come fatto in altre realtà nazionali (penso a Umbria Jazz o Pistoia in Blues per dirne due cui magari agognare di arrivare tra qualche anno).
Stesso dicasi per qualsiasi settore di intervento e sviluppo che si intende valorizzare in questa città.
Quanto costa voler puntare sul turismo e chi deve mettere i soldi per farlo? Quanto costa ridisegnare Potenza come una città di servizi e dove trovo le fonti di finanziamento? Quali eventi, più o meno grossi, voglio organizzare in città e quanto, soprattutto, mi costa programmarli, promuoverli e realizzarli?
Queste sono le domande che dobbiamo iniziare a farci e a cui occorre trovare delle risposte, proprio in quell’ottica di Visione di cui sopra.
Il tutto in un’ottica – finalmente forse – imprenditoriale e manageriale (servono, e serve pagarli, figure in tal senso).
Diversamente siamo e continueremo a rimanere nell’ambito di una “chiacchiera ormai inflazionata” che rischia di farci incartare su noi stessi e su una sorta di auto – incensazione della serie “noi ce le cantiamo e noi ce la suoniamo”.
Servono i soldi. Che di chiacchiere ne abbiamo già fatte tante e, forse, troppe.