TANGO, TORPEDO E TESCHI

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di Lucio Tufano

Sul Giornale di Basilicata, fra danze e funerali, De Pilato detta tre raccomandazioni e tre divieti per quando se ne andrà da questo mondo: 
«non elogi funebri, fiori artificiali, non confratelli, non in giro per la città, ma dritto all’estrema dimora per la strada più breve e diretta, nauseato dal puzzo dell’androne a sinistra del Teatro, lago nerastro e motoso, per Ie liquide eccedenze collettive, con mucchi d’immondizie e di rifiuti. Un tempio vespasiano, sede di depositi e versamenti, succursale degli avventizi e dei creatori di quella specialità nostra di pura marca italica: la merda, centralità e rifugio di tutti coloro che sono stati dal disonesto bettoliere, malgrado gli sforzi dei lavoratori della scopa».
Per via Pretoria si vendono i fiori di donna Tripepi e si organizza la grande fiera di gastronomia. Al Teatro riprendono i concerti ed i drappi delle tende si trasferiscono nei vestiti, nei guanti in daino, di capretto bianco, nei ventagli di piume, nelle borse a ventaglio. Alle dita avori e tartarughe; sulle spalle mantelli di raso, colpi di eleganza che riecheggiano il grido di morte della selvaggina braccata. Alle undici del 20 marzo il concittadino Navarra Viggiani, capitano degli arditi, discetta di Patria, donne e fascismo. Rispuntano i labari del fascio di combattimento, dellìassociazione arditi di Napoli, con il gagliardetto della città di Fiume, Ie rappresentanze dei combattenti e dei legionari fiumani. Al Teatro L’Amleto. Al Cinema Moderno, fra breve: Il canto di Circe, La Danza sull’Abisso. Al Sala Roma: Gli ultimi giorni di Pompei. Potenza è antinittiana. Ciccotti è il vessillo esaltatore della guerra vittoriosa. Arrivano i fascisti d’Italia ed è subito tafferuglio; il nazionalista Decio Canzio Garibaldi, I’avv. Giulio De Rosa, I’avv. Enzo Pignatari tengono la piazza. Al larghetto Prisco si sparano due colpi di fucile.
Sui giornali si fa appello ad usare I’arma dei popoli civili, la scheda.
Al teatro Stabile, Francesco Torraca celebra Dante, illuminato dalla vivida luce dello spirito sovrano, dalla dottrina del maestro. Canzio Garibaldi scrive al Giornale di Basilicata che Ie ingiurie contro i fascisti, vergate da anonimi estensori, sono colpi dl rivoltella che fanno cilecca.
Al cinema Moderno: La banda dei rossi. Al Sala Roma: La dama dal guanto nero. II Teatro Stabile è presidiato dai comizi.
Alle signore le danze del fox trot, del tango e del one step e lo sfoggio delle prime paglie di Firenze, approdate nel vetrinone della ditta Pacilio. Ai figli di papà la bella, elegante, misteriosa Torpedo 501 che scocca a linea dritta, cofano filante con coupé vent, quattro posti. Ai candidati i discorsi, alle donne altre funzioni nella società: il ballo dei bambini per Ie colonie marine, Ie stanze occulte della cucina e quella
segretissima del letto.
Cinquemila deretani si levano dalle poltroncine del Teatro, cinquemila persone per sciamare al grido di viva Ciccotti, cinquemila gole già preannunciano altre cadenze ed acclamazioni. Sul Popolo d’ Italia. Ciarlantini, giornalista vicino a Mussolini, dedica un editoriale a Ciccotti, apostolo delle plebi lavoratrici. Col patrocinio del prefetto Nencetti, gli ultimi giorni danno sfogo alla violenza. A Nitti, che viaggia alla volta di Avigliano, alcune fucilate.
A s. Nicola di Avigliano i contadini impediscono, fucili spianati, il passaggio di un autocarro di fascisti diretti a Pietragalla per impedire il comizio.
Di ritorno, la rabbia degli squadristi semina per la strada due bombe. Dalle schede lo scherno. Poco più di mille voti non bastano a Nitti per la rimonta, nè a Ciccotti per I’ascesa.
Ettore Ciccotti, capitano di ventura 1 , morde la terra, sfiancato e frustrato. Mussolini su Il Popolo d’Italia proclama: «il Fascismo ha vinto in pieno la sua battaglia. Un gruppo di giovani piuttosto combattivi e di deputati fascisti daranno filo da torcere ai socialisti ufficiali. Ora potrebbe venire il bello». Dal dicembre del 1921 al cinema Moderno I figli di nessuno, Dopo la tempesta ed Il gatto nero.

Giornale di Basilicata del 16/17 aprile 1921
1 Carteggio De Mascellis-Fortunato.

Giovedi alle ore 13,30, ricevute alla stazione da numerosi giovani, giunsero qui, agli ordini di Decio Canzio Garibaldi, Ie rappresentanze dei fascisti d'Italia, dei legionari fiumani e degli arditi di guerra. In Piazza Prefettura Decio Canzio Garibaldi, vivamente acclamato, recò il saluto alla città, dicendo che i fascisti, nel nome d’Italia, vengono qui a combattere la grande battaglia contro I’on. Nitti.
L’altro ieri sera alle ore 20,00, in Piazza Prefettura, alla presenza di un’ enorme folla plaudente, fu tenuto un comizio fascista. L’avv. Giulio De Rosa, in nome del fascio dei combattenti di Potenza, prese per primo la parola, spiegando I’alto significato della lotta contro la politica dellìon. Nitti. Si ebbero applausi calorosissimi nonostante qualche interruzione da parte dei nittiani. Prese quindi la parola Decio Canzio Garibaldi il quale, dopo aver con frase vibrata, stigmatizzato I’opera di Francesco Nitti che ha svalutato la nostra vittoria, perseverando in metodi e direttive di dissoluzione e di depressione delle migliori energie nazionali, aggiunse che i non disinteressati fautori della lista Nitti hanno ostentatamente fatto divulgare la notizia che essi faranno la lotta all’americana, cioè valendosi, su vastissima scala, dei mezzi di corruzione.
A questo punto altre interruzioni, provocarono uno scambio di bastonate fra un gruppo di fascisti ed un altro di nittiani. Questi ultimi, però, abbandonarono il campo ed il comizio continuò indisturbato, anche perche il consigliere provinciale avv. Enzo Pignatari, presa la parola, disse che egli, pur non essendo fascista e non approvando quindi, certe direttive, bollava severamente interruzioni provocatrici fatte dagli assoldati.
Decio Canzio Garibaldi, ripreso il suo dire, affermò che i fascisti hanno raccolto la sfida, giurando di essere vigili e pronti a respingere qualsiasi atto teppistico ed impedire ogni tentativo di corruzione. In ultimo, il legionario fiumano, tenente Spanò, sciolse tutto un inno all’Italia, spronando la gioventù lucana a voler essere in difesa contro le male arti dell’on. Nitti alleato dei comunisti. Il comizio si sciolse fra grandi applausi. Una dimostrazione di giovani percorse via Pretoria al grido di: Viva l’Italia! Abbasso Nitti! Incidenti e bastonate.

Una denunzia alla questura reca che al larghetto Prisco, da una casa fittata quale comitato elettorale dell’ on. Nitti, vennero tirati due colpi di fucile nel corteo dei fascisti. leri al giorno, poi, vi fu uno scambio di bastonate fra fascisti e nittiani. Accorsi gli agenti, procedettero a quattro arresti, tre fascisti ed un nittiano, arresti che, però non vennero mantenuti.
Siamo contro qualsiasi sistema di violenza, da qualunque parte esso venga. Fiacciamo appello a tutti, perche tutti concorrano autorevolmente alla pacificazione degli animi. Battiamoci con I’unica arma dei popoli civili: la scheda!

Potenza è antinittiana, da il Giornale di Basilicata del 16/17 aprile 1921

L’entusiasmo del capoluogo, per la lista antinittiana, della quale fa parte Ettore Ciccotti, e davvero impressionabile; I’uomo dal quale parecchi hanno dissentito, resta oggi, vessillo nobilissimo di battaglia e Potenza e quasi unanime intorno all’uomo che è stato I’animatore autorevole della resistenza interna, e fra i più grandi esaltatori della guerra vittoriosa.

Ottonata e nichelata, ecco la Fiat!, da il Giornale di Basilicata del 18/19
aprile 1921

Prossimo viaggio di dimostrazione della «Fiat» tipo 501-12/16 Torpedo a Potenza, Melfi, Matera, Lagonegro e Moliterno. Scocca linea diritta, cofano gigante con coupé-vent, quattro posti, parebrise inclinato ed articolato ad un solo cristallo, capote a doppia estensione, in tela impermeabile, con tendine e con occhiolo posteriore, fodera a sacco, tre sportelli, coloritura in tre tinte a scelta: bleu scuro, rosso scuro, avana chiaro. Parafanghi, ruote in nero a fuoco. Parti metalliche ottonate o nichelate. Porta-ruota a destra per una ruota di ricambio.

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Sull' Autore

LUCIO TUFANO: BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE “Per il centenario di Potenza capoluogo (1806-2006)” – Edizioni Spartaco 2008. S. Maria C. V. (Ce). Lucio Tufano, “Dal regale teatro di campagna”. Edit. Baratto Libri. Roma 1987. Lucio Tufano, “Le dissolute ragnatele del sapore”, art. da “Il Quotidiano”. Lucio Tufano, “Carnevale, Carnevalone e Carnevalicchio”, art. da “Il Quotidiano”. Lucio Tufano, “I segnalatori. I poteri della paura”. AA. VV., Calice Editore; “La forza della tradizione”, art. da “La Nuova Basilicata” del 27.5.199; “A spasso per il tempo”, art. da “La Nuova Basilicata” del 29.5.1999; “Speciale sfilata dei Turchi (a cura di), art. da “Città domani” del 27.5.1990; “Potenza come un bazar” art. da “La Nuova Basilicata” del 26.5.2000; “Ai turchi serve marketing” art. da “La Nuova Basilicata” del 1.6.2000; “Gli spots ricchi e quelli poveri della civiltà artigiana”, art. da “Controsenso” del 10 giugno 2008; “I brevettari”, art. da Il Quotidiano di Basilicata; “Sarachedda e l’epopea degli stracci”, art. da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 20.2.1996; “La ribalta dei vicoli e dei sottani”, art. da “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Lucio Tufano, "Il Kanapone" – Calice editore, Rionero in Vulture. Lucio Tufano "Lo Sconfittoriale" – Calice editore, Rionero in Vulture.

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