UN PAESE OSTAGGIO DELL’AVVENTURISMO RENZIANO

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La Bce ha acquistato 145 mld di debito italiano, assorbendo tutte le emissioni del 2020 e impegnandosi a farlo fino a tutto il 2023, data ultima indicata prima della cessazione definitiva di qualsiasi sostegno della Banca Centrale Europa all’Italia.

Almeno questo è l’accordo che Christine Lagarde ha preso con il presidente Conte. Dal 1° gennaio 2024, infatti, secondo lo schema di aiuti comunitari al nostro paese, la BCE potrebbe non acquistare neanche più un titolo in scadenza. Con questa premessa, da una classe dirigente matura, ci si aspetta un un grande impegno ed un grande spirito unitario., Invece si assiste al consueto spettacolo di chi alza ogni giorno la posta, rallenta e crea ostacoli e sopratutto sfila di notte quuello che si riesce a cucire di giorno. Come Penelope lavora aspettando mario Draghi, ma che questo sia lo sposo atteso è anche ujna semplice ipèotesi,. visato che il personaggio renziano non sa nemmeno lui che cosa voglia. d

Il senatore Renzi, attraverso Teresa Bellanova, ministra nonché segretaria politica di Italia Viva chiede al Governo – del quale la stessa Bellanova è esponente di spicco -, di assecondare due richieste di interventi urgenti per evitare una crisi di governo. Crisi per la verità da tempo rincorsa e pianificata, ma non ancora attuata realmente. Due richieste che sono solo le ultime in ordine di tempo e che rischiano di essere anche queste penultime:  che sia costruito il Ponte sullo Stretto di Messina, cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi d’inizio millennio, e , tanto per  alzare la posta e mettere in difficoltà il Movimento 5 Stelle l’uso del MES. Ma nei palazzi che contano tutti sanno che gli interessi reali dell’ex premier sono una favorevole a lui ripartizione delle 400 nomine che sono alle viste. Egli sa benissimo, infatti, che sul Ponte sullo Stretto di Messina grava una valutazione di impatto ambientale negativa. Condizione che impedisce di andare avanti sul progetto attuale. Ora, pur non volendo caricare di contenuti ideologici la richiesta di costruzione dell’opera, considerando la possibilità di modificare il progetto, pur superando la prescrizione di impatto ambientale negativa, tra ri-progettazione, studio, valutazione e approvazione, si supererebbero abbondantemente i sei anni per l’attuazione del recovery plan così come richiesto dalla Commissione Europea. Questo è infatti il tempo massimo offerto agli stati atteso comunque che, il Recovery Fund, resta una facility e non un fondo strutturale. Tra l’altro, sulla questione Ponte sullo Stretto, Renzi dovrebbe ricordare le battaglie fatte anche dal suo partito affinché, nel giugno del 2011, la Commissione Europea, cancellasse definitivamente il sogno Berlusconiano di costruire l’opera omnia, escludendo l’ipotesi Ponte sullo Stretto dal Corridoio Berlino/Palermo. Cose che puntualmente avvenne.

Non è più tempo di giochini per ricollocamenti personali e occupazione di posti di rendita da potere. Gli Italiani, dal Governo, si aspettano che si metta al sicuro un reale piano nazionale per la ripresa. Un documento sostanzioso da presentare a Bruxelles sapendo che, dalla qualità del documento, dipenderà l’erogazione dei 209 miliardi del Next Generation Eu. I giochi di palazzo si regolino successivamente, magari in parlamento, dove con un voto di fiducia si potranno trovare alternative all’attuale maggioranza evitando di mostrare al mondo l’indecoroso spettacolo di un Consiglio dei Ministri ostaggio di un ex premier che guida un partitino del 2%. 

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