Un Paese che da quarant’anni è stato abituato a vivere alla giornata, a mettere una toppa oggi e una domani per tirare avanti, a inseguire emergenze di ogni tipo, anche quelle indotte dalla trascuratezza di chi doveva vigilare e non l’ha fatto, non si meraviglia più di niente: nemmeno di un sistema bancario che fino ad oggi ha proclamato urbis et orbis di essere il più solido in Europa e un modello da imitare. Oggi si scopre che questo sistema ha semplicemente ignorato la voragine dei crediti inesigibili che ammontano esattamente a quelli della Germania di alcuni anni fa, solo che la Germania li ha estinti con un colpo di spugna concordato con l’Europa e l’Italia si è lasciato sfuggire anche quella occasione per trovarsi oggi sotto una nuova speculazione finanziaria internazionale che mira a far abbassare la testa ad un Paese che appena stava dando segnali di uscita dal coma. L’arte di ignorare, di soprassedere, di prendere tempo è una componente di quella irrazionale fiducia nello Stellone che induce un cittadino a pensare che chi ci governa ne sa più di lui, che sicuramente avrà preso le misure e le contromisure rispetto a determinate situazioni, e ,e così’ via. E invece succede così, a tutti i livelli e da molto molto tempo. C’è un’Italia, di quelli che contano, che hanno abusano e continuano ad abusare di un potere speciale che si sono autoassegnati fra quelli del giro ( politico, affaristico, economico, finanziario) : un povero cittadino ,se ha un debito da diecimila euro, gli sequestrano la casa , mentre un imprenditore potente, amico degli amici, dice semplicemente al banchiere amico di club : senti, a proposito, ti debbo dare 10 milioni, dammene altre dieci ,così mi consenti di fare una operazione aggiustatutto. Si è visto come hanno aggiustato. Solo le banche? Ma no, per carità! Gli enti locali larghi di manica con le concessioni, le società partecipate che privatizzavano gli utili e pubblicizzavano le perdite, i consorzi di bonifica che si guardavano bene dal richiedere ai grandi proprietari terrieri il pagamento dei canoni irrigui, i consorzi industriali che offrivano i migliori suoli agli amici degli amici. E’ storia d’Italia, ma purtroppo ancora non è storia passata, se non mette un punto e a capo. Ecco, volevo semplicemente dire che dalla politica oggi si aspetta un forte segnale di cambiamento, un ritorno ad una austerità che non significa far soffrire i più deboli, ma far fare un passo indietro ai più famelici.