di Emanuele Labanchi
Forse non è il caso di meravigliarsi più di tanto dopo decenni di lenta e difficoltosa navigazione politico-amministrativa… a vista in un contesto nel quale, venuto meno il ruolo di guida e riferimento dei Partiti, ci si è affidati ad un improvvisato, disorganico civismo riscoperto in prossimità di scadenze elettorali.
In diversi Dizionari si può leggere che “Il civismo è una visione della vita politica alternativa al sistema dei partiti che si propone di unire gli abitanti di una collettività intorno ai valori positivi della vita associata, aggregando individui che, provenienti da diversi ambiti sociali, collaborano per raggiungere un obiettivo comune legato alla tutela ed alla gestione dei beni appartenenti alla stessa comunità.”
Benvenuto anche al “civismo”, diffusosi un po’ ovunque,ma così inteso, con i Partiti in perdurante crisi ed incapaci di rigenerazione, comunque, previsti nella nostra Costituzione per garantire “il diritto dei cittadini di associarsi liberamente per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, ha assunto un non facile e, a mio parere, per nulla auspicabile ruolo ad essi alternativo.
La Costituzione è la Legge fondamentale del nostro Stato e, dunque, riconoscerla e rispettarla doverosamente come tale significa riconoscere anche l’essenziale ruolo da essa assegnato ai Partiti ai fini della determinazione della politica nazionale (Art. 49 Cost.). Siano, dunque, soprattutto i Partiti, superata l’attuale fase critica, a fare ciascuno la sua parte!
Detto ciò e tornando a tutte le note, persistenti difficoltà ora e da un po’ di tempo affrontate dalla comunità marateota, tra le quali da ultimo notevoli danni da alluvioni e frane, da chiusura al traffico dal 30 novembre 2022 sine die della ss.18 a Castrocucco, da chiusura delle due stazioni di servizio (Tamoil – Eni) esistenti sul territorio, penso si possa affermare una loro origine lontana dai nostri giorni, con loro latenza, pur intravedibile e rimasta senza preventivo e risolutivo intervento.
Dopo il periodo Rivetti, con le sue fasi crescente e calante, e dopo gli effetti positivi anche tra noi della ricostruzione e del boom economico nazionale, non sono mancati i problemi, cui si è cercato di porre rimedio grazie all’ampia e motivata partecipazione popolare e grazie alla guida di forti e sani Partiti, sia di Governo che di Opposizione, ciascuno appassionato interprete dell’importante ruolo ricoperto per la vita democratica.
Ebbene, posso rendere testimonianza sul, per così dire, “modus operandi” dell’Amministrazione e del Consiglio comunale di Maratea a partire dalla metà degli anni ’70, caratterizzati da giovanile entusiasmo nella rinnovata, massima assemblea cittadina, della quale ho fatto a lungo parte, animata dalla volontà di ben rappresentare la propria comunità e di favorirne sviluppo e progresso.
Tra le prime cose un lungimirante ed attivo Sindaco democristiano, Fernando Sisinni con la sua Giunta, pensò ad un “Progetto Maratea” per gli anni avvenire e si impegnò perché arrivasse a conclusione l’iter per il Piano Regolatore Generale, approvato anche dalla Regione nel 1979 (Piano che fu, purtroppo, poi annullato dal T.A.R. Basilicata nel 1983 su ricorso di un cittadino e questione, se non ricordo male, attinente alla sua proprietà). Dopo la prematura scomparsa nel 1986 del giovane Sindaco Sisinni, solo nel 1998 fu poi conferito incarico per la redazione del nuovo Piano Regolatore Generale e Piani d’Ambito dall’Amministrazione con il Sindaco Mario Di Trani, ma l’anno dopo una legge regionale impose la redazione del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico in sostituzione del P.R.G.
Molto lentamente, con il succedersi di varie Amministrazioni, tra stasi e qualche passo in avanti, si è cercato di pervenire all’adozione del Piano Strutturale senza riuscirci sino ai nostri giorni e la conclusione può sintetizzarsi nell’assenza ancora ad oggi di una pianificazione urbanistica comunale adeguata alle peculiari esigenze del territorio. Si è preferita la perdurante vigenza di un mero Regolamento edilizio con annesso Programma di fabbricazione del 39/09/1971 con variante del 1984, peraltro in evidente violazione di quanto normativamente previsto e, comunque, in netto contrasto con quanto sarebbe stato necessario per un territorio di inestimabile pregio.
Si tratta di qualcosa che a Maratea, “Città delle 44 chiese”, “Perla del Tirreno”, interessata all’iter per la sua Area marina protetta “Costa di Maratea”, avviata a candidatura a “Patrimonio Unesco” e a “Capitale italiana della cultura 2026” non va assolutamente dimenticata e a cui va posto rimedio con urgenza ed in via prioritaria, affinché il suo territorio possa essere nel tempo correttamente governato come pur merita, ponendo fine in questo importante settore alla …navigazione a vista con i danni evidenti.
Solo a titolo di esempio, penso alla cieca manomissione dell’intera valle, una volta verdeggiante, via via riempita di case sparse in modo disordinato senza opportune opere di urbanizzazione e con una preesistente, più che modesta ed inadeguata viabilità, nel mentre solo l’originario nucleo del Castello e quello del successivo centro storico continuano a rappresentare un antico,positivo esempio di edificazione e di rispetto del territorio circostante.
Amministrare Maratea nei prossimi anni sarà un compito arduo, da affrontare con passione e da affidare, pur nella differenza dei ruoli, ad un intero, piccolo Consiglio comunale che, consapevole della funzione di massima assemblea cittadina, sia realmente capace di coinvolgere la comunità e di ben rappresentarla nel suo insieme, ridandole quella fiducia via via affievolitasi quasi fino a mancare e avendo, come unica prospettiva con possibile traguardo, solo il suo sviluppo-progresso.
Sono tanti, e alcuni anche di particolare rilievo, i problemi da affrontare e risolvere anche in armonia con gli altri Enti territoriali (Provincia, Regione), ma il Municipio o Casa comunale non potrà che essere un luogo di prestigio e punto di positivo riferimento per tutti, esempio di democrazia e con al suo interno affidabili ed autorevoli amministratori, che guidino saggiamente Maratea verso l’uscita da una fase di progressivo, dannoso autoisolamento nel lagonegrese ed in ambito regionale.
Ce lo impone la straordinaria bellezza del nostro territorio con la sua meravigliosa costa sul Tirreno, con un insieme da difendere, proteggere, salvaguardare, tutelare e far progredire negli anni avvenire.
Auguri e forza Maratea!