PERCORSI D’ARTE SACRA: ROCCANOVA

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 IOLANDA CARELLA & SALVATORE SEBASTE

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ROCCANOVA

 

Le sue origini molto antiche (VII-IV secolo a.C.) sono testimoniate dalle Necropoli con corredi funebri venute alla luce durante gli scavi effettuati dalla Soprintendenza Archeologica di Basilicata, nelle contrade Marcellino, Spadarea, Battifarano e Serre. I reperti, conservati nei Museo Nazionali della Siritide di Policoro e di Taranto, ci riportano ad insediamenti di popolazioni indigene che intrattenevano rapporti sia con le colonie greche della costa jonica, sia con gli Etruschi del basso Tirreno. Un ipogeo ha restituito numerosi vasi a figure rosse, ritrovati a Pontecagnano e Roccagloriosa in provincia di Salerno, datate a partire dal 360 a.C. ed attribuiti all’officina del Pittore di Roccanova.

Nel periodo normanno fu una potente roccaforte, appartenente alla contea di Chiaromonte. L’origine attestata è in documento  del 1079, in cui è scritto che il Guiscardo toglie al nipote ribelle  Roberto una serie di feudi, tra cui Roccanova. All’inizio del XII secolo fu feudo di Rinaldo. Nel 1269 fu assegnato da Carlo D’Angiò a Guglielmo della Marra, per poi passare ai Carafa e ai Colonna di Stigliano. Nel 1799 fu tra centri più attivi nell’iniziativa politica repubblicana. Durante il tragico terremoto del 1857 subì la distruzione di gran parte del centro storico; ci furono pure 85 morti. Nel Rione Castello si notano (fig. 1) le mura feudali e i ruderi dell’antica dimora dei feudatari. Il centro storico, di struttura medioevale, evidenzia stradine e scalinate, recentemente pavimentate in pietra, comunicanti con sottoportici.

In Piazza del Popolo è (fig. 2) l’orologio solare, ubicato sulla parete di un’antichissima torre. È la meridiana realizzata dall’ingegnere torinese Telfi, venuto a Roccanova nel 1864 con il grado di capitano di un distaccamento di bersaglieri che combattevano il brigantaggio. Appassionato d’archeologia, ritornò a Roccanova nel 1882 e volle lasciare un suo indelebile ricordo: dipinse la pregevole meridiana, tuttora funzionante che è tra le più belle e più complete della Basilicata. Il quadrante, ben rifinito, è arricchito dai simboli zodiacali, che segnano l’inizio  delle stagioni.

In Piazza del Popolo c’è (fig. 3) la Chiesa Madre di San Nicola di Bari, edificata nel XV secolo. L’interno conserva, a sinistra dell’altare,(fig.4) la scultura lignea Madonna dell’Acqua. La rigida solennità protoangioina, che si rivela nel capo rigidamente eretto sovrastato dalla corona regale e nel manto a cadute in bande simmetriche e nella tunica del Bambino, sembra pienamente trecentesca. A destra dell’altare si trova  il bellissimo gruppo ligneo dell’Annunciazione del 1707, realizzata dallo scultore Palatano. Sono affigurate con estrema raffinatezza la Madonna inginocchiata,l’angelo annunziante,un angioletto e la Colomba. Il gruppo proviene dalla chiesa della SS.Annunziata, abbattuta Dopo il tragico terremoto del 1857. Tra le numerose statue lignee è da notare (fig. 6) la Maddalena (a destra dell’altare).

D’interesse storico sono alcuni edifici del Settecento e dell’Ottocento nel centro antico. Da notare in Via Dante il Palazzo Fortunato e il Palazzo Mendaia, entrambi con vincolo monumentale dal 1995. Il Palazzo Mendaia ) evidenzia l’architettura del Settecento. Dotato d’impianto irregolare su tre livelli, si presenta in muratura di pietrame ad intonaco grigio. L’interessante prospetto principale è abbellito da un sobrio portale d’ingresso con eleganti volute.

Anche il Palazzo Fortunato rievoca l’edilizia d’epoca e s’adorna  di un raffinato portale sormontato dallo stemma gentilizio. Interessante è pure il Palazzo Amoroso del Quattrocento. La Chiesa di S. Rocco  si trova nel rione omonimo.

Degne d’attenzione sono le caratteristiche fontane, tra cui quella di Carazita, da poco ristrutturata che presenta particolarità architettoniche ed è fornita di vari lavatoi. Interessante è pure quella in Contrada S. Marco, nei pressi del cimitero e quella in località Piscicolo. Rilievo storico ha la fontana Acqua del Tasso, situata nel bosco comunale Caliuvo e Conserva due dipinti su tela: (fig.10) la Pietà e Madonna con Bambino e i santi Stefano e Lorenzo di Salvatore Ferrari da Rivello, (pitt.doc. 1726-1759). Custodisce pure la statua lignea di S. Nilo, proveniente dall’abbazia di S. Nilo (vicino al campo sportivo), ridotta ormai ( in ruderi ed acquisita da privati. riportata  alla luce durante un lavoro di decespugliamento e ripulitura dell’area circostante un’ antica fontana usata pure dai briganti che si riunivano e si nascondevano in detto bosco.

Nel centro storico è il Rione Greci, cosiddetto perché fu abitato da una colonia greca. Ivi sorge la Cappella di Santa Maria delle Grazie che custodisce, in una nicchia, ) la scultura lignea della Madonna col Bambino.

Nella contrada Serre, la più antica del paese, c’è in cima al Promontorio  il Santuario di S. Maria Castellana, detta Madonna delle Serre, protettrice della peste.

Da osservare pure  le cantine scavate nel tufo che conservano in grandi botti di legno l’ottimo vino. Untempo erano anche il luogo d’incontro tra amici, per trascorrere qualche ora insieme.

Bibliografia

  • Anna Grelle Iusco, Arte in Basilicata, Roma, DeLuca Editore, 2001.
  • A. Larotonda e R. Palese, Potenza, una provincia dicento comuni, Milano, Arti Grafiche Motta, 1999.
  • Prospero Borea, Storia di Roccanova – Dalle originiai nostri giorni, Roccanova, Itala Editrice, 1986. figura. 14
  • Amministrazione Provinciale di Potenza, PianetaSud, 2001.
  • Andrea Lauria, Le Meridiane, Basilicata Regione Notizie n. 4, 1994.

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Sull' Autore

SALVATORE SEBASTE Salvatore Sebaste (Novoli di Lecce 1939), pittore, scultore e incisore. Consegue la maturità artistica all’Istituto d’Arte di Lecce e al Magistero di Belle Arti di Firenze. Si perfeziona, poi, nelle tecniche incisorie presso lo studio calcografico di Mario Leoni, a Bologna. Vive a Bernalda (MT), in Corso Umberto, 51. Sito internet ed e mail: www.salvatoresebaste.com e info@salvatoresebaste.com Svolge un’intensa attività pittorica, grafica e scultorea negli studi di Bernalda (MT), Bologna e Milano. A Bernalda, dal 1966, il suo laboratorio calcografico è punto d’incontro e di animazione culturale di artisti contemporanei. In questo studio ha stampato, nel 1980, otto acqueforti di Joseph Beuys, le uniche realizzate dall’artista tedesco. Dal 1975 al 1977 è stato Presidente del circolo culturale “La Scaletta” di Matera, dove ha fondato, con altri amici artisti, la “Scuola libera di grafica”. Nel 1992 ha esposto i suoi libri d’arte a “The Museum of Modern Art” di New York ed è inserito nel catalogo “The artist and the book in twentieth - century Italy”, a cura di Ralph Jentsch (Ed. Allemandi, Torino). Nel 1994 ha partecipato alla mostra del libro d’arte al Museo Guggenheim di Venezia ed è presente nel catalogo de “I libri d’artista italiani del Novecento” (Ed. Allemandi, Torino). Dal 1956 ad oggi ha realizzato numerose e importanti rassegne personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere di pittura, scultura e grafica sono collocate in edifici pubblici, chiese, musei e piazze. La sua documentazione artistica si trova negli archivi storici: Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Biblioteca Nazionale RAI di Roma, Galleria per l’Arte Italiana del Novecento a Firenze, Kunsthistorisches Institut a Firenze, Dipartimento delle Arti Visive dell’Università degli Studi di Bologna, Museo Comunale d’Arte Moderna e dell’Informazione a Senigallia (Ancona), Fondazione Re Rebaudengo a Guarene (Cuneo), Centro culturale polivalente a Bagnacavallo (Ravenna), Schweizerische Gesellschaft der freund von kunstauktionen di Max Bollag a Zurigo, Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento, Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano, Libreria Bocca di Milano. Negli anni ’90 suoi “scritti d’arte” sono stati pubblicati su “Basilicata Regione Informazioni Risorsa Cultura” del Consiglio Regionale di Basilicata e sul settimanale “Cronache lucane”. “I percorsi d’Arte” dei 131 paesi della Basilicata e I Profili d’artisti lucani sono inseriti sul sito Internet: http://www.basilicatanet.it Su You tube si trovano documenti-video. Nel 1982 ha pubblicato la prima monografia: “Necessaria Poiesi”, a cura di Franco Vitelli. Ed. Centro Studio “Il Subbio”. Matera, Nel 1998, per l’edizione “Novaluna” Associazione Culturale Internazionale di Brescia, ha pubblicato “Pensieri in movimento”, diario di appunti e riflessioni critiche su e intorno all’arte. Nel 1998 fa fondato la Pinacoteca Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea Bernalda-Metaponto, di cui è stato Direttore. Nel 1999 ha pubblicato la monografia di pittura “Sebaste”, per l’edizione “Pinacoteca Comunale d’Arte Moderna Bernalda-Metaponto”. Il percorso artistico (oltre quarant’anni d’intenso lavoro) è stato elaborato da Rino Cardone. La prefazione è di Claudio Spadoni. Dal 2005 è socio vitalizio della “Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente” di Milano. Nel 2006 pubblica la monografia di grafica ”Salvatore Sebaste - Grafica”, a cura del Consiglio Regionale di Basilicata. Il percorso artistico è stato ricostruito da Elisabetta Pozzetti. La prefazione è di Paolo Bellini. Nel 2007 pubblica la monografia di “Scultura” a cura di Loretta Fabrizi e Anoall Lejcard. Edizioni la “Spiga d’Oro” di Metaponto. Nel 2010, in occasione della mostra antologica presso il Castello Carlo V di Lecce, pubblica la monografia “Il Demone della forma” a cura di Mariadelaide Cuozzo dell’Università di Basilicata, edizione la ”Spiga d’Oro” Metaponto. Dal 2007 ha esposto in importanti Musei Archeologici con opere di scultura e pittura d’ispirazione alla Magna Grecia: 2007 “Metabos”. Evento di sculture. Catalogo con testo di Antonio De Siena. A cura de “La Spiga d’oro”. Museo Archeologico Nazionale di Metaponto. 2011 “Antichi segni nuovi percorsi”. A cura di Salvatore Bianco, Antonio De Siena e Maria Torelli. Museo Archeologico Nazionale di Policoro. 2012 “I Profumi della Magna Grecia”. A cura di Antonio Giambersio e Maria Torelli. Museo Archeologico Nazionale Dinu Adamesteanu di Potenza. 2013 “L’Ebbrezza di Dioniso”. A cura di Francesco Perillo e Antonio De Siena. Museo Archeologico Nazionale di Melfi. 2014 -“I Profumi della Magna Grecia”. A cura di Antonio Giambersio e MariaTorelli. Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera. -“L’Ebbrezza di Dioniso”. A cura Antonio De Siena. Museo Archeologico Nazionale di Metaponto. ------------------------------------------------------------ JOLANDA CARELLA Jolanda Carella nasce a Bernalda in una famiglia d’insegnanti elementari, tra le quali va ricordata la zia Ascensa Lafratta, donna molto rigorosa nel fare il proprio dovere e sempre pronta a dedicarsi agli altri. La giovane Jolanda riceve in famiglia un’educazione culturale di ampio respiro, in una casa fornita di libri e dove si discute frequentemente di temi sociali. Sviluppa, quindi, una personalità forte e autonoma, originale e dinamica rispetto ai canoni tradizionali della femminilità dell’epoca, specialmente nell’Italia meridionale. La spiccata spiritualità e la sensibilità per le problematiche sociali furono inoltre influenzate dalla frequentazione di alcune associazioni presenti sul territorio. Docente per quarant’anni nella Scuola Elementare, ove ha ricoperto incarichi di fiducia: vicaria del Capo d’istituto, segretaria del Consiglio di Circolo, coordinatrice delle insegnanti di classi parallele, è apprezzata e amata ancora oggi dai suoi alunni e colleghi. Come docente approfondisce meglio alcuni argomenti delle attività curriculari e, con il coinvolgimento di genitori ed esperti, pubblica: “Se avessi la bacchetta magica”, “Uomini di pace”, “Bernalda”, il mio paese”. Nel 1960 conosce l’artista Salvatore Sebaste e nel 1965 lo sposa. S’inserisce, quindi, nel campo delle arti figurative: studia, viaggia col marito per l’Europa, visita musei, conosce critici d’arte, scrittori e poeti. Collabora con l’artista da cinquant’anni nella realizzazione di vari eventi culturali espositivi; cura i molteplici cataloghi e libri d’arte di Salvatore Sebaste e di altri artisti lucani. Nel 1961 diventa socia del Circolo culturale “La Scaletta” di Matera, collaborando alle varie iniziative. Nel 1963, con Salvatore Sebaste, fonda l’Associazione Culturale “La Spiga d’Oro”, (di cui è presidente) che diventa poi casa editrice, con sede a Metaponto. Negli anni ’90 collabora col marito a: “Scritti d’arte” (pubblicati su “Basilicata Regione Informazioni Risorsa Cultura” del Consiglio Regionale di Basilicata e sul settimanale “Cronache lucane”), “I percorsi d’Arte” dei 131 paesi della Basilicata e i “Profili d’artisti lucani”. Nel 2001 è eletta vice presidente dell’associazione culturale “Novaluna” di Brescia e di Metaponto. La sua casa è frequentata ancora oggi da personaggi del mondo culturale regionale e nazionale. Nel 2003 costituisce a Bernalda una sezione della F.I.D.A.P.A., federazione (opera in tutto il mondo) che valorizza le donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari. Per tre volte eletta presidente, sempre nel C.P.S., ha organizzando concerti, convegni in particolare sulla medicina e sull’archeologia. In collaborazione con le socie ha pubblicato: “Ricette Pittate”, “il Santuario extraurbano di San Biagio alla Venella” e “L’universo femminile tra incanto e disincanto”.

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