VADEMECUM SEMISERIO PER CHI ORGANIZZA EVENTI A PUTENZ’

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di ROCCO PESARINI

 

 

La vita di chi vuol organizzare un evento a Putenz è davvero dura. Ci avete mai provato?

A Putenz’ il 99,99 degli eventi è organizzato da associazioni o comunque da privati cittadini. E’ innegabile.

Come è altrettanto innegabile che chi vuol organizzare un evento in questa città deve sperare in una congiunzione astrale non indifferente fatta di diversi elementi naturali ed umani, dinamiche relazionali e politico – amministrative, vie crucis buro – tecnocratiche, nonché dulcis in fundo, la benevolenza degli dei (se è di religione pagana) o di nostro Signore (se, come me, di religione cristiana cattolica). (Non ho volutamente menzionato le altre divinità non perché sia razzista ma perché non ho notizie dirette di eventi organizzati da musulmani, induisti e via dicendo).

Questa è una città che pullula di buone idee (anche se non sempre buoni propositi).

Quindi il problema di ideare qualcosa di innovativo non dovrebbe sussistere (anche se, ovviamente, i copioni ci sono dappertutto e come dappertutto scopiazzano a destra e manca atteggiandosi a nuovi pionieri culturalricreativinazionalpopolari).

Premesso tutto ciò passiamo ad esaminare (senza presunzione di essere esaustivi) gli elementi che devono concordare perchè un evento organizzato a Putenz’ possa dirsi che è andato bene.

  1. Pagare la Siae (che, se dovuta, va innegabilmente pagata)
  2. Sperare per una felice ricorrenza, tipo calendario Maya, di non esserti scordato nessuno dei 167896 adempimenDi che tra Comune, Questura, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Guardia Nazionale, Esercito della Salvezza, Armata delle Tenebre, Jeeg Robot d’acciaio sei tenuto a rispettare; a titolo esemplificativo SCIA, occupazione suolo pubblico, collaudo palco, service, sedie, panchine e qualsiasi cosa sulla quale decidiate di far sedere (diversamente si fottono e stanno in piedi) il folto pubblico che vi aspettate al vostro evento (vedere successivo punto 3)
  3. Iniziare a sognare folle oceaniche di putenzes’ che accorreranno al tuo evento, estaticamente in attesa di divertirsi, di sballarsi, di godersi finalmente la vita nella loro amata città, contando i giorni che ti dividono da questo inebriante bagno di folla
  4. Calcolare con precisione astrofisica (sperando non siano troppi) il numero di presidenti di altre associazioni, di pseudoartisti rubati all’agricoltura e politicanti alla cerca disperata di visibilità (o risibilità fate voi) politica che ti farai nemico o che ti prenderanno comunque sulla palle per presunta lesa maestà o colpevole dimenticanza o colpevole indifferenza
  5. Evitare accuratamente di chiedere sponsor privati che, tranne rare eccezioni, ti risponderebbero “Uagliò nun gnè na lira” (anche se il cittadino in questione ha appena cambiato il SUV, comprato casa al mare e aperto il 45esimo negozio in centro) oppure “Mi frà famm’ prima vere cum va l’evenDo e po na cos’ d’ sold ta dac’, promesso” (pure se gli prometti la reunion ufficiale dei Pink Floyd)
  6. Sperare che il giorno tanto atteso (più del matrimonio tuo o di tua figlia) non si scateni l’imprevedibile, ennesimo, inaspettato, imprecato acquazzone di metà estate, di inizio autunno o di fine inverno (non menziono la Primavera che a Putenz’ nun esiste proprio) che manderà irrimediabilmente a meretrici la partecipazione del tuo evento (se all’aperto… al chiuso fa lo stesso, dato che u putenzes’ quando piove non esce di casa)
  7. Pregare comunque la divinità pagana Fondoschiena

Solo quando questi 7 elementi, condizioni, presupposti, combaceranno alla perfezione, l’organizzatore di eventi a Putenz’ potrà finalmente tirare, soddisfatto, un sospiro di sollievo per aver organizzato un evento che si può dire esser andato bene.

Sollievo che terminerà impietosamente qualche minuto (ora al massimo) dopo quando, incontrerà qualche amico o qualche conoscente che, magari al suo evento non è andato, ma che comunque lo saluterà con il solito intercalare tipico delle nostre zone: “Mi frà, qua a Putenz’ nun fann mai nu cazz’”.

In questa città chi organizza eventi non è un volontario, artista o appassionato: E’ UN EROE BACIATO DALLA FORTUNA.

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2 commenti

  1. Simona Brancati il

    Perfetto e ci aggiungerei un punto 6 bis di chi poi ti dice ma non avete pensato ai bambini, hann sunat semb i stess, ecc ecc. Critiche costruttive da parte di chi al massimo ha organizzato la grigliata p quatt sop u balcone d ngas con la fornacella

  2. Pingback: L’IMPRESCINDIBILE FORMAZIONE DELL’ESSERE UN ORGANIZZATORE DI EVENTI PUBBLICI - Talenti Lucani - Passaggio a Sud

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