
Marco Di Geronimo
Un’altra burrascosa settimana giunge al termine. È dunque il momento di analizzare le cinque pillole salvavita che ci spetta ingollare. E sono parecchio consistenti, visto che, negli ultimi sette giorni, ne sono capitate di tutti i colori. Ma non disperate: poteva andar peggio. Poteva piovere. (Ah, ha piovuto? Fa freddo? Ed è giugno? Mannaggia).
- Matteo Salvini chiude i porti, i porticcioli e le banchine. Insomma, diventa difficile attraccare in Italia. È ovvio che la sparata del neoministro dell’Interno non fa certo parte di una strategia. No, ovviamente no, si tratta di una sparata: ma l’opposizione non capisce, e gli fa gli assist.
- Giuseppe Conte sfrutta l’ondata d’indignazione europea per imporsi sulla Francia. La telefonata di scuse che pretende da Emmanuel Macron (quell’europeista liberale che respinge donne incinte che incespicano nella neve) è solo la prima di un’ondata di «l’Italia è stata lasciata sola» che piove dalle cancellerie europee.
- Ma il PD andrà a congresso? Negli ultimi giorni mi è sovvenuto questo interrogativo: so bene che in questa settimana nulla si è spostato su quel fronte. Però forse è proprio questa la notizia. Il principale partito dell’opposizione (AHAHAHAH) si rifiuta di darsi una leadership. Come mai?
- Giuseppe Civati vince il Nobel per la Fisica. Il suo partito, al momento guidato da Beatrice Brignone, annuncia la fuoriuscita da Liberi e Uguali. «Andiamo in mare aperto» dichiara la Brignone. State attenti, ché l’Aquarius va costa-costa proprio perché in mare aperto c’è corrente.
- Una nave di disperati fa tremare l’Europa e indignare gli intellettuali. Certo, la condotta di Salvini è intollerabile e lesiva dei diritti umani e del diritto internazionale. Però è quantomeno curioso che le cancellerie dispensino solidarietà anziché condanne. L’UE si è accorta di aver creato un sistema in cui l’unica arma difensiva è prendersela coi migranti?