Tornano, frizzanti ed effervescenti, le pillole della settimana dopo qualche giro di attesa. Eh già, perché quando si è sotto antibiotici non si può bere alcolici. E queste pillole, più pericolosamente simili a shottini di vodka che a tachipirine idrosolubili, erano inopportune in settimane così convulse. Bisogna far scorrere tutti i gorgoglii, politici ed intestinali, prima. Bevetevi ‘ste cinque pillole. Sciogliendole in benzina, se possibile.
- Sergio Mattarella non vuole nominare Paolo Savona. O almeno così pare. Il che significa che Sergio Mattarella non vuole nominare un Ministro che vuole uscire dall’euro al MEF, però tutto un Governo che vuole uscire dall’euro sì. È un po’ una metafora della vita, un’allegoria esistenzialista, un simbolo delle idee platoniche: tutti i Ministri tenderanno all’escITA, e però quello che comanda dirà no. Come osserva qualcuno: e che votiamo a fare, allora?
- Grandi turbinii si sono agitati anche sul curriculum di Conte. No, non di Antonio Conte, che oggettivamente avrebbe entusiasmato i mercati. Parliamo di Giuseppe, il premier incaricato, cui si rimprovera di aver detto di essersi specializzato all’estero. Peccato che non è vero niente: Conte ha scritto di essersi perfezionato all’estero, il che significa scartabellare in biblioteche straniere senza lasciare traccia di sé. Poi i giornalisti chiedono se c’è traccia, e le università rispondono che non ce n’è. Mi domando perché nessuno mi abbia spedito il brevetto da pubblicista ad honorem.
- Matteo Renzi, dal canto suo, sta dando il meglio di sé. L’ex Sindaco ed ex premier ha dichiarato, nell’ordine: (a) che vigilerà sulle promesse elettorali giallo-verdi, che lui avversa, per far sì che vengano mantenute; (b) che si costituirà parte civile nel processo intentato contro il popolo italiano, difeso da Conte (forse perché lamenta di non esser stato votato); (c) che – questo per bocca di una sua deputata – o si sta con l’Europa, o col popolo. Lui sta con l’Europa. Devo commentare?
- Al di là delle Alpi, dimostrando sempre l’affetto e il rispetto che intercorre tra i due Paesi, i giornali tedeschi ci danno degli scrocconi, dei morti di fame, dei pezzenti, e dicono che perfino i mendicanti sono più educati di noi. In effetti, noi non siamo abituati a farci stampare moneta su richiesta. Quando il pane, da noi, si pagava in lire a quadruplice cifra, noi s’eleggeva Craxi e loro qualcun altro.
- Infine, meraviglia delle meraviglie, udite udite, ieri Liberi e Uguali ha iniziato il processo costituente del nuovo partito. Che si concluderà, come tradizione vuole, tra un anno. Sempre che prima Beatrice Brignone, a nome di Possibile (il partito che Civati le ha sbolognato), non costringa tutti a rinunciare al simbolo. Già, perché il divorzio è praticamente imminente: i possibilisti amano troppo il Fiscal Compact. Per rendere l’idea della gravità della situazione: l’intervento più entusiasmante l’ha fatto Stefano Fassina. Chi? cit.